04.02.2023, Dipendiamo dall’energia elettrica (2/2)

   L’interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica, durata cinque ore, preannunciata e avvenuta mercoledì sera a San Pietro al Natisone-nord, Sorzento e Oculis, rappresenta indiscutibilmente la fragilità delle nostre abitudini e del nostro stile di vita. Dipendiamo dalla corrente elettrica, diventato bene primario senza poterlo vedere, ma con sconvolgimenti qualora non ci fosse. Come avevamo scritto ieri, dal Municipio al Centro studi, il capoluogo appariva in “coprifuoco”: tutto buio, case spente tranne la luce d’emergenza di un bar, vie e borghi senza illuminazione, la statale rischiarata dal passaggio delle auto. Una breve riflessione è necessaria: la corrente è diventata il fondamento della nostra società, è il fulcro del nostro sistema e tutto ruota attorno ai 225V che riceviamo costantemente in casa, nonostante le Valli soffrano di maggiori interruzioni rispetto alla pianura. La farmacia ha chiuso per tempo la saracinesca perché senza corrente era impossibile scannerizzare i farmaci; negozio chiuso per l’impossibilità di affettare ed emettere scontrini. Le candele, tanto comuni un tempo, ora sono diventate un oggetto pressoché inutile, difficile da recuperare in fondo a qualche cassetto. E poveri i ragazzi con i i computer bloccati. Spente le tv, così come il riscaldamento a gas e a pellet, senza pompe per la circolazione dell’acqua calda, piastre da cucina a induzione inutilizzabili così come i telefoni cordless. Ci sono stati disagi e per sole poche ore. Sarebbe un’apocalisse vivere l’esperienza di Kiev, 3 milioni di abitanti, al buio per giorni e giorni. La nostra società subirebbe uno shock irrimediabile.

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