11.10.2020, La moda che fu (1/2)

   L’altro giorno abbiamo pubblicato nel box “questione di numeri” il dato di un -30 miliardi di fatturato nel settore della moda e accessori. Dicono, ma sono solo supposizioni, che in un ufficio pubblico di San Pietro al Natisone si era arrivati a portare un cambio d’abito a metà mattina, vestiti ovviamente griffati, borsette all’ultimo grido etc. Questione di sfoggio, mica di necessità. Durante l’emergenza sanitaria forse abbiamo scoperto la non sottile differenza tra abbigliamento e moda. È stato l’anno delle magliette anonime, delle tute da ginnastica, vestaglie e pigiami con cui nessuno si vergognava di filmarsi al cellulare. Siamo consapevoli che sostanzialmente ci vestiamo per gli altri, a volte anche per una sola persona. I produttori intanto stanno aggiornando i cataloghi, mentre le firma stanno andando in secondo piano …

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