12.01.2022, A pranzo o a cena nel passato (2/2)

   La classica cena invernale era costituita dal radicchio condito con gli ocvjarki (pezzetti di lardo abbrustoliti nell’aceto) e fette di salame piuttosto spesse e da generose quantità di polenta accompagnata dal formaggio. Si trattava di una cena sostanziosa, che dava sazietà in modo che nessuno andasse a letto con i crampi della fame. La polenta fumante, appena preparata, si accompagnava sempre con il formaggio generalmente fatto in casa fino al dopoguerra. In paese era piuttosto diffusa la batuda, il latte sbattuto e inacidito, che era un’autentica ghiottoneria da accompagnare con la polenta. Si trattava di un derivato del latte non gradito a tutti. Erano molto popolari le uova in funghet che costituivano un secondo tanto semplice, quanto gustoso. Si dividevano le uova sode a metà, le si cospargevano di pomodoro, o conserva di pomodoro, con l’aggiunta di aglio, prezzemolo e cipollotti. Anche per questo piatto era immancabile l’abbinamento con la polenta. Le patate al forno cucinate con lo strutto riempivano la cucina di un appetitoso profumo. Era molto apprezzata anche la brovada con il muset, che anche oggi rappresenta un’autentica specialità delle Valli, mentre si sono perse le tracce dei bròkulni, simili ai broccoli, ma con foglia larga. Forse pochi lo sanno: la semenza di quest’ortaggio è pressoché introvabile.

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