16.09.2020, Apriamo le finestre al caldo sole (2/2)

   Seconda parte del contributo ricevuto da V.G.: “Un’altra azienda locale, che opera in uno spazio chiuso sfoggiava uno slogan dello stile: belli, puliti, profumati e sani, illustrando il messaggio con flaconi di gel igienizzante, ma non una parola sulla ventilazione. Che tipo di filtri usavano o usano ancora per la ventilazione dei locali? Vale per tutti i luoghi pubblici dotati di impianto condizionatore, comprese le case. L’informazione sul metodo dell’aerazione è ancora vaga, a sei mesi dallo scoppio della pandemia. . Come sappiamo, il virus si riproduce nella porzione superiore e inferiore dei polmoni; una persona infetta lo mette in circolazione quando respira, parla, canta, tossisce o starnutisce. Capire come viaggia un virus patogeno non è cosa secondaria, anzi! E il dibattito scientifico non è ancora concluso. Ci sono voluti secoli per capire che la peste si trasmetteva attraverso le pulci di topi e ratti e anche quando si parla di influenza, uno scienziato spesso dice l’opposto del suo collega. Se le particelle infette sono grandi, cadono a terra per la forza di gravità ed è doveroso quindi il distanziamento tra le persone, ma se sono piccole restano in sospensione e posso entrare in circolo proprio con l’aria condizionata, come la vaporizzazione di un comune Vetril. Per evitare le gocce grosse basta un passo indietro, ma per evitare di inalare le seconde il distanziamento da solo non basta, non per niente in metrò a Tokyo è sconsigliato parlare, nonostante le mascherine. Aprire le finestre al caldo sole e lasciarle aperte il più possibile è un rimedio efficace, poco costoso e altamente protettivo”.

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