17.11.2021, I luoghi del ballo (2/2)

   È interessante ripercorrere a sommi capi alcuni episodi della storia del ballo. La capitale delle danze era naturalmente Udine nella cui piazza San Cristoforo era montato un palco dove per molti giorni d’estate si esibivano piccoli complessi. Anche la Gorizia austriaca attirava molte persone dalle Valli per la grande festa di Sant’Ignazio e San Vito dove i balli duravano fino a notte fonda, dove si potevano assaggiare gustosi salsicciotti e dove gli organizzatori devolvevano i guadagni in beneficenza. Il ballo della festa di San Giovanni, in borgo Carinzia, fu vietato all’ultimo momento poiché gli organizzatori erano persone poco raccomandabili e dedite all’alcol. La Chiesa per secoli ha continuato a condannare la frenesia del ballo come fonte del peccato e del vizio, soprattutto per le donne che avevano il “potere di provocare l’uomo” e di indurlo nel peccato. Tuttavia i fedeli intimoriti non rinunciavano a fare i tradizionali quattro salti, a costi di rischiare tremendi commenti a fine festa. Rimane nella storia del ballo la sagra dei santi Pietro e Paolo a San Pietro al Natisone, agli inizi del secolo scorso. Numerose coppie ballavano allegramente la “ziguzaine”. Tutte le coppie si fermarono al suono dell’Avemaria e, insieme ai suonatori, si inginocchiarono e pregarono per devozione. Altri invece protestarono per la licenziosità delle coppie e firmarono con la croce, in quanto analfabeti, un appello al prefetto contro uno scandaloso ballo pubblico tenuto in paese proprio in occasione della festa patronale.

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