Si parla spesso del tragico incendio del 26 febbraio 1945. Riporto le memorie raccolte dalla voce di mia mamma, allora ventenne abitante di Mezzana che mi raccontava che a Mezzana facevano spesso visita i Cosacchi del Don, i Cosacchi del Kuban, le pattuglie tedesche in perlustrazione e i reparti partigiani. Le famiglie cedevano, pur di non aver fastidi, il poco che c’era nella vintula, madia che avevano l’abitudine di tenere quasi vuota. Quella mattina del 26 febbraio sotto il paese c’era un gran trambusto, si sentivano urla e spari. I turchi provenienti da Lasiz che erano andati a saccheggiare Mezzana incontrarono una ragazza del luogo e volevano approfittare di lei, in suo aiuto, si dice, accorsero dei partigiani che erano presenti in zona. Nello scontro rimasero uccisi due turchi, mentre un tezo riuscì a scappare, pur ferito. Altri raccontano che erano accorsi alcuni paesani che volevano salvare la ragazza dalla violenza. Partì quindi dal commando Cosacco di Biacis l’ordine di rappresaglia. Non era che i cosacchi arrivati a Mezzana trovarono il paese vuoto, a me risulta che quasi tutte le famiglie erano nelle proprie case e che una signora che aveva lavorato in Germania tentò una disperata mediazione parlando in tedesco, ma senza risultati. Fu messa una sentinella ad ogni porta, poi arrivò l’ordine di far uscire una persona alla volta.