08.02.2020, La storia di Elda (4/4).

   Libertà che arrivò il 27 gennaio dell’anno successivo. Prima però Elda dovette affrontare il cosiddetto “viaggio della morte”, stipata su un carro ferroviario aperto, per due notti e un giorno a -20 e sballottata in altri due campi di sterminio. La libertà fu inattesa per lei e per tutti gli altri prigionieri. Da un giorno all’altro non c’erano più guardie, poi arrivarono i militari sovietici che rifocillarono lentamente tutti i prigionieri, lasciando liberi man-mano che recuperavano le forze. Con un treno (normale) Elda raggiunse Praga e poi, dopo molti giorni Lubiana. Da qui arrivò a Caporetto e, a piedi, fino a Ponteacco. Il primo che la vide e la riconobbe è stato Remič che è corso da Beniamino a dare la bella notizia. «Benjamin je paršlà Elda, se j uarnìla» (Beniamino è tornata Elda!) gli urlò mentre stava mungendo e come reazione si ritrovò in faccia il secchio e una parte di latte appena munto. Era la comprensibile reazione di un padre che riteneva la figlia ormai morta. Apparve poco dopo sulla porta di casa questa ragazza ridotta a pelle ed ossa, che solo la fortuna non l’ha fatta impazzire per tutto ciò che ha subìto. Il resto della vita di Elda fu contrassegnato da questa tragica esperienza di cui mai volle parlare se non con gli stretti familiari, che oggi sono i testimoni delle sue parole.

07.02.2020, Ieri Santa Dorotea.

    Quella di ieri forse è stata una tra le ricorrenze più riuscite grazie al bel tempo, alla temperatura  non rigida, ad una bella luna piena che rischiarava il bosco, alla chiesa riscaldata e affollata. Il parroco, don Michele Zanon, partirà dopodomani per un viaggio di missione in Togo ed è stato affettuosamente salutato dai parrocchiani di Ponteacco, Tiglio e Mezzana con la lettura di un breve messaggio augurale. Il parroco ha detto nell’omelia che in parrocchia sono stati raccolti 2.000 EUR per questa sua missione, ai quali si sono aggiunti altri 500 raccolti ieri sera, parte derivati dall’ufar e parte da una donazione della chiesa. Il parroco ha ringraziato ed era visibilmente felice soprattutto per l’ampio consenso ricevuto da tutte le chiese per la sua missione. Il coro Nediški puobi era nostro ospite anche quest’anno e il direttore, m° Bepo Chiabudini, ha detto: «Per noi è sempre un piacere venire in un paese accogliente come Ponteacco». Al termine della messa la Pro Loco ha invitato i presenti alla prosecuzione della festa al Centro che ancora una volta si conferma un formidabile punto di aggregazione. La festa è proseguita fino alle 22:30 con la pastasciutta e la compagnia di persone non residenti, ma molto vicine a noi. La nostra chiesa è stata oggetto di ampi consensi per com’è tenuta: una volontaria del paese l’altro ieri  ha lavato (con non poca fatica) l’intero pavimento e la sacrestia, mentre altre persone hanno spolverato, sostituito le tovaglie, preparato due bei cestini di fiori, come quelli che appaiono sempre vicini a Santa Dorotea.

06.02.2020, La storia di Elda (3/4).

  L’arrivo ad Auschwitz fu lacerante per Elda. Dopo essere stata letteralmente rapata, le è stato tatuato il numero 88656 all’altezza dell’avambraccio. Nel “Kalendarium” (registri degli arrivi e delle immatricolazioni dei deportati) il numero mai è stato trovato poiché gli stessi nazi-fascisti distrussero parte dei documenti. Si sa che i numeri dal 88600 all’88652, assegnati a donne, provenivano da Trieste il 20 settembre di quell’anno. I civili rastrellati nell’Italia collaborazionista dovevano essere immediatamente inviati al lavoro, prima che le privazioni li riducessero a pelle ed ossa. La nostra paesana fu spostata provvisoriamente al campo di Chemnitz e iniziò il suo lavoro forzato all’Astra Werke, dove lavoravano le prigioniere in salute. Omettiamo altri particolari della vita di Elda da prigioniera. Saranno resi noti da fonti più autorevoli delle nostre. Sta di fatto che Elda conobbe anche il triste campo di Buchenwald assieme ad un altro piccolo gruppo di donne. Intanto il suo aspetto fisico deperiva sempre più dagli stenti e per lei era necessario resistere nella speranza di rivedere la libertà

05.02.2020, La storia di Elda (2/4).

   Giunti nei pressi di Dornberk (a quel tempo “Dorimbergo” o “Montespino”) uno zelante spione del luogo comunicò la presenza di questi due giovani intenti ad attraversare il paese dopo aver probabilmente dormito in qualche ricovero di fortuna. Vista la mal parata, Ennio intuendo ciò che stava per accadere, riuscì a scappare ed evitare l’arresto che considerata la sua giovane età poteva trasformarsi in automatica condanna a morte. Con grande difficoltà, nominando Caporetto o Tolmino, riuscì ad avere le giuste indicazioni del percorso ed arrivare a casa dopo 14 giorni di marcia e con grandi rischi di essere nuovamente catturato. Ennio, angosciato per la sorte della sorella, non si fidava di alcuna persona incontrata. Un ragazzino di 12 anni alle prese con la fame, con il terrore negli occhi ed un immenso coraggio, dovette affrontare notti di paura e pian-piano tornare a casa e raccontare a papà Beniamino le circostanze della cattura della sorella. Le prime tracce di Elda si confondono. Secondo alcuni, fu rinchiusa a Trieste, secondo altri a Gorizia. Può anche darsi che lei stessa non sapesse se Trieste o Gorizia. Da qui partiva un treno composto da carri-bestiame che dopo 5 giorni di viaggio, senza sosta, senza mangiare o bere, la portarono ad Auschwitz

04.02.2020, La storia di Elda (1/4).

   Nei giorni scorsi i “media” di tutt’Europa hanno ricordato la liberazione del campo di sterminio nazi-fascista di Auschwitz-Oświęcim, oggi ordinata cittadina della Polonia meridionale, liberazione avvenuta il 27 gennaio 1945. Chissà se mai gli internati e il milione e mezzo di morti, tra questi moltissimi bambini, avrebbero mai immaginato che quel luogo di pena, di disastro del genere umano, sarebbe diventato un “polo turistico”, da selfie. Forse non tutti sanno che anche a Ponteacco si è vissuta in maniera diretta una tragedia legata ad Auschwitz. Elda Iussa, sorella di Liso, è stata internata ed è sopravvissuta all’Olocausto. Abbiamo fatto una ricerca sulla sua storia, sul fatto di come una persona innocente sia finita nelle maglie della macchina della morte. Premettiamo che per i familiari è tutt’oggi un argomento molto scomodo e, per scrivere questa notizia divisa in quattro parti, abbiamo chiesto l’autorizzazione scritta a una persona molto vicina a Elda. La fonte ci racconta che nel settembre o ottobre 1944 era necessario fare scorta di sale in vista dell’imminente macellazione del maiale. La via più sicura per raggiungere le saline di Trieste era Tolmino – Val Vipacco – Carso e quindi Trieste, tutti territori allora italiani. Elda in quel tempo 22enne, partì da Ponteacco in compagnia del fratello più piccolo, Ennio, conosciuto con il soprannome di “Juza”, che a quei tempi aveva 12 anni. Giunti nei pressi di …

03.03.2020, Ieri al Centro.

   Seconda domenica di tempo incerto, seconda domenica di affollamento al Centro. È un binomio collaudato, confermato anche ieri. Per la Pro Loco è stata una bella giornata, gran via-vai di Soci fino alle 19:00. Il turno di Marzia e Tonino è stato un po’ faticoso, ma nel complesso decisamente soddisfacente. Tonino, per far assaggiare qualcosa di buono, si è procurato un salame molto saporito, acquistato in un’azienda del cividalese, con il quale sono state preparate gustose tartine. Gli argomenti di discussione sono stati molteplici, dalla vicenda dell’Ospedale di Cividale fino ai lavori di sistemazione dell’argine del fiume, all’altezza del Mulino, il cui inizio era previsto per settembre ed invece è stato prorogato ad aprile. Vedremo se questo spostamento di date di inizio e fine cantiere comprometteranno la nostra prossima stagione turistica. Secondo il Sindaco la colpa è da ascrivere all’Ente Tutela Pesca che evidentemente ha potere di veto. La settimana appena iniziata comprende i festeggiamenti di santa Dorotea, patrona del paese. Il programma può essere letto nel volantino di “home page”. Venerdì 07 alle 20:00 si svolgerà un incontro di paese con il Sindaco e gli amministratori. Auguriamo giorni sereni, noi siamo qui per aggiornare, scrivere, curiosare qua e là …

02.02.2020, La Candelora.

   Quella di oggi è una ricorrenza molto antica, legata al 40° giorno dalla nascita di Gesù. Si chiama Candelora proprio per le sue candele benedette. La festività è diventata nel tempo un’autentica soglia di purificazione e di passaggio che porta al periodo quaresimale. La luce delle candele benedette accese proprio il 02 febbraio avevano un profondo significato magico e sacro. La fiamma benedetta nel buio dell’inverno (Benedictio novi luminis, oppure  ignis novi  come si recitava qui a Ponteacco) era il ridestarsi della vita nelle oscurità dell’inverno per misteriosa grazia divina, il muoversi delle fiamme del fuoco della nuova vita purificata. Le candele benedette si portavano a casa, si sistemavano in cucina, si custodivano nell’armadio, un moncherino lo si portava in stalla ed erano accese in momenti di pericolo come durante i furiosi temporali estivi, le calamità naturali, le epidemie, durante un parto difficile o l’agonia di un moribondo. È proprio da quella lunga tradizione che in molte case del paese c’è l’abitudine di accendere una candela per “aiutare” la buona sorte in caso di un esame difficile, di un viaggio rischioso … Molti significati di questa bella festa si sono persi nel tempo, una data che era molto attesa. In chiesa o in cappella, qui in paese, si assisteva alla messa, mentre l’indomani si raggiungeva Sorzento per onorare San Biagio e chiedere la protezione della gola.

01.02.2020, L’eredità di Napoleone (3/3).

   La rivoluzione dell’organizzazione dei cimiteri, da San Pietro al Natisone a tutte le altre parrocchie delle Valli, trovò ragioni di carattere igienico-sanitarie. Fuori dal perimetro delle chiese (esempio a Tiglio), dovevano essere collocati in luoghi soleggiati, arieggiati. L’imperatore pretendeva tutte tombe uguali, così com’è uguale l’anima di tutti, ma per l’”Italia” di quel tempo prevalse il culto dei morti di Ugo Foscolo, che rivendicò i valori dei monumenti funebri. Insomma si tratta di un personaggio storico che ha modificato molti aspetti della vita di un tempo, portandoli alla modernità. All’inizio di questo racconto diviso in tre parti abbiamo definito “controverso” Napoleone perché come tutti ben sappiamo, saccheggiò il Lombardo-Veneto di grandi opere d’arte; controverso anche perché la sua politica fortemente accentratrice creò la figura del prefetto, rappresentante del Governo, ancora in essere sia in Italia che in Francia. Ammirato da tutti gli altri, prova ne è la famosa e infinita poesia di Alessandro Manzoni: Ei fu. Siccome immobile dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta…  05 maggio 1821, data della sua morte. E nelle medie dovevamo saperla a memoria … dal Manzanarre al Reno…