30.06.2020, Le tenebre

   La notte fa un po’impressione, non c’è che dire. Anche adesso, non solo quando i nostri nonni e i nostri zii ci raccontavano storie terrificanti che non ci facevano dormire, che non ci facevano neppure cambiare stanza della casa senza la presenza di un adulto. L’altra sera, mezz’ora dopo mezzanotte, improvvisamente si sono messi ad abbaiare contemporaneamente 3 cani del quartiere Lovinza. Cosa poteva esserci fuori? Il solito ladro di biciclette, oppure la presenza di qualcosa di insolito? Qualcuno si è alzato, ha controllato il cortile e le adiacenze senza notare nulla di strano. Incredibile ma vero: il mattino successivo (l’altro ieri), ha rinvenuto una gallina morta nella gabbia chiusa dove ogni sera le abitanti del pollaio trascorrono la notte. Mistero. Non c’era una goccia di sangue, il collo del povero animale era “penzolante”, spezzato. Cose da brividi, che avrebbero potuto ispirare Hitchcock in uno dei suoi fortunati episodi. Ma di notte anche un bel gruppo di cinghiali ha letteralmente arato alcuni campi tra il paese e Biarzo ed è stata pure notata l’impronta molto chiara di un cervo che, probabilmente, scende dalle Teja per poi andare ad abbeverarsi al fiume. E la mattina dopo tutto come prima, come nulla fosse accaduto.

29.06.2020, Ieri al Centro

   “Diamo un calcio al Coronavirus”, con questo slogan Federico e Rebecca hanno accolto ieri i soci per una domenica frizzante, accattivante, con molti giovani che sono restati al Centro ben oltre le 13, 14, 15, 16, 17 e 18. C’era un palpabile desiderio di stare assieme, di gustarsi un assaggio di pasta, di dolci, di bere un bicchiere in compagnia. I ragazzi sono un po’ disorientati perché mancano tutte le occasioni di svago e di ritrovo che facevano parte della tradizione estiva: cancellate le sagre, i raduni, i concerti … Ben vengano queste iniziative che danno spazio anche allo sfogo, dopo settimane e settimane di clausura forzata. La giornata di ieri è stata un autentico successo, iniziato in sordina verso le 10:00 e proseguito con un buon affollamento quasi fino a sera. La Pro Loco non può che ringraziare i soci Rebecca e Federico per aver promosso (prima) e svolto (dopo) quest’ultima domenica di giugno. Pian-piano si ricomincia, ci sono le prime prenotazioni, come quella di sabato dov’è stato festeggiato da amici e parenti un quarantenne. Domani al Mulino alle 18:00 si svolgerà il saggio musicale di una scuola di musica. Il Consiglio lavora in vista della prossima riunione dell’Assemblea dei soci. Tra non molto si riunirà anche la fabbriceria della nostra chiesa. Stiamo mettendo a punto i primi dettagli per la prossima inaugurazione dei lavori al Mulino. Piena attività per la nostra Pro Loco, che gode di ottima salute.

28.06.2020, I santi nella nostra cultura (2/2).

I parroci erano propensi ad incentivare la conoscenza e la devozione dei santi e ai fedeli era richiesta l’emulazione della santità in tutto il suo significato morale e religioso per arginare attegiamenti superstiziosi che abbondavano nella nostra Valle. Dunque, la formazione di una cultura religiosa era necessaria, anche con la presenza in chiesa di immagini di santi destinate a svolgere una sorta di funzione educativa che soveva essere spiegata dai sacerdoti. Dopo il Concilio di Trento (1542-1563), svolto nella basilica che abbiamo visitato durante una gita nel capoluogo trentino, si promosse un rigore nella religiosità popolare. Spicca la figura di santa Dorotea, patrona del paese, a cui gli abitanti hanno sempre chiesto sostegno. Il materiale del nostro piccolo museo testimonia la precisione della tenuta dei registri del paese, che risalgono alla seconda metà del ‘600. Oltre all’immagine, ci sono le reliquie della santa in due pregevoli reliquiari che andrebbero restaurati visto che le fettucce identificative si sono consumate nel tempo. Sarebbe lunghissimo l’elenco di tutti i santi venerati nelle Valli a cui ci si rivolgeva per un buon raccolto, per scongiurare pestilenze, ma anche per eludere i rischi della grandine, delle gelate tardive. Una cultura che in parte si è dissolta.

27.06.2020, I santi nella nostra cultura (1/2)

   Fin dall’origine dei primi insediamenti umani nelle Valli, queste terre hanno espresso la propria vocazione agricola creando una cultura legata alla terra e ai suoi ritmi: i nostri quadrisnonni e oltre possono essere dipinti, per la maggioranza, come persone semplici, dalla cultura piuttosto modesta, ma di una forte pietà. In un mondo come quello agricolo, lo abbiamo detto più volte, di sussistenza, soggetto ad equilibri precari, la protezione e la presenza divina potevano aiutare a superare o a sopportare le innumerevoli prove che l’ambiente vissuto richiedeva: la fede era salda e molto spesso sinceramente vissuta. Era un epoca assalita da carestie, da guerre, da pestilenze umane e animali e dalle difficoltà collettive e individuali, quindi si moltiplicavano i ricorsi al divino, come appoggio, come fonte di risposta e i primi intercessori presso Dio erano i santi ai quali rivolgersi per richiedere protezione e benefici a Cristo, unica vera salvezza. Tutte le case di Ponteacco avevano un’immagine sacra incorniciata, fissata al muro e spesso con una lampadina fioca, rossastra alla base del quadro …

26.06.2020, Che noia i medici in TV! (2/2)

   Qualcuno ha paragonato gli esperti medici agli economisti, che sbagliano sempre e non dubitano mai. Il rischio è che l’immagine complessiva della medicina non ne esca bene. Quel che resta di tanto parlare, di tanta saccenza è l’impressione sgradevole di una comunità scientifica divisa in clan, con livelli di egocentrismo, di protagonismo e atteggiamenti da “prima donna” davvero molesti. Molti di noi, a sentirli blaterare, hanno preferito cambiare canale, voltare pagina, sintonizzarsi altrove. E questo sarebbe il momento giusto per far capire all’opinione pubblica la differenza tra gli scienziati seri e i ciarlatani, guaritori e spacciatori di bufale che infestano il web. La forza della scienza sta proprio nel dubbio, diciamo nella sua natura probabilistica, nella mancanza di dogmi, insomma. Invece questa comunicazione così boriosa del sapere medico, questa sua ostentazione “da camice bianco” rischiano di far assomigliare il dibattito scientifico a un combattimento. Tra polli.

25.06.2020, Che noia i medici in TV! (1/2)

Mettere a discutere insieme due medici, usciranno tre teorie.  Figuriamoci poi se a confrontarsi è un intero esercito di clinici, come quello che ha occupato fino alla nausea giornali, televisioni e radio in questi mesi. L’emergenza sanitaria ha trasformato i media in un autentico “red carpet” per infettivologi, immunologi e soprattutto virologi dalle variopinte sfumature dialettali, diventati autentici virus-stars. Non si discute sulla loro preparazione, diciamolo chiaramente. È la divergenza delle loro opinioni che ha stupito la popolazione: le previsioni, le proiezioni e le conclusioni hanno disorientato l’opinione pubblica. È stato detto tutto e il contrario di tutto, a cominciare dalla diatriba delle mascherine. Prima inutili, per molti addirittura dannose, poi essenziali. Per non parlare poi della controversia sulle cure, che si è trasformata in una fiera delle vanità, in uno scontro tra opposte arroganze…

24.06.2020, La dendrologia

   È la scienza che si occupa dello studio delle piante che hanno accrescimento secondario, ovvero le piante che producono il legno. Il famoso Castagno di Pegliano avrebbe oltre 350 anni, ma in tutte le Valli ce ne sono tanti di castagni, chissa se più antichi di quello di Pegliano? Forse nel Varhàk o sulle Màkota. Se gli anelli del tronco aiutano a risolvere enigmi, la loro formazione è tutt’altro che misteriosa. Quando osserviamo la sezione tagliata di un tronco, notiamo che gli anelli sono cresciuti in modo non uniforme. Si tratta di una successione che è simile, perdonateci, al “codice a barre” e può farci ricostruire la provenienza, l’alternarsi delle macrostagioni, i periodi di siccità, di raffreddamento del clima o di particolare piovosità. Lo studio dettagliato della forma e consistenza degli anelli ci fornisce molte spiegazioni, forse anche inattese. Analizzando la sequenza si scopre che, ad esempio, dall’anno 1000 al 1850 si ebbe un calo costante della temperatura che ha causato una riduzione della crescita, quindi un anello più sottile, mentre gli anelli grandi, con una loro netta bordatura, testimoniano temperature elevate e maggior assorbimento d’acqua, trasportata verso le foglie. La natura continua ogni giorno a stupirci. È un libro aperto sul passato e sul presente. Per questo motivo dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per preservarla per il futuro.

23.06.2020, La dendrologia

   È la scienza che si occupa dello studio delle piante che hanno accrescimento secondario, ovvero le piante che producono il legno. Il famoso Castagno di Pegliano avrebbe oltre 350 anni, ma in tutte le Valli ce ne sono tanti di castagni, e chissa se più antichi di quello di Pegliano? Se gli anelli del tronco aiutano a risolvere enigmi, la loro formazione è tutt’altro che misteriosa. Quando osserviamo la sezione tagliata di un tronco, notiamo che gli anelli sono cresciuti in modo non uniforme. Si tratta di una successione che è simile, perdonateci, al “codice a barre” e può farci ricostruire la provenienza, l’alternarsi delle macrostagioni, i periodi di siccità. Lo studio dettagliato della forma e consistenza degli anelli ci fornisce molte spiegazioni, forse anche inattese. Analizzando la sequenza si scopre che, ad esempio, dall’anno 1000 al 1850 si ebbe un calo costante della temperatura che ha causato una riduzione della crescita, quindi un anello più sottile, mentre gli anelli grandi, con una loro netta bordatura, testimoniano temperature elevate e maggior assorbimento d’acqua, trasportata verso le foglie. La natura continua ogni giorno a stupirci.

22.06.2020. Ieri al Centro

   Via-vai discreto nel corso della prima domenica d’estate al Centro. L’affabilità e la cortesia di Paolo e Claudia, gestori del turno, è peraltro proverbiale. Si è riunito il Collegio dei Revisori dei conti che ha analizato il bilancio consuntivo del 2019 e preventivo del 2020, importanti documenti finanziari che saranno sottoposti al voto dell’Assemblea dei Soci la cui data non è stata ancora fissata, si potrebbe tenere presumibilmente sabato 18 luglio. I revisori hanno analizzato le singole voci di bilancio, comprese quelle del preventivo che, a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria, vedrà cifre tutt’altro che incoraggianti, diciamo di sopravvivenza, essendo stata l’attività delle Pro Loco congelata per tre mesi ed essendo saltate tutte le iniziative che avevamo in programma. Ieri si è parlato anche di tempo, di questo giugno più freddo e più piovoso degli anni passati. Si è parlato di funghi, di erba che cresce a dismisura, di vacanze. Il portone della palazzina si è chiuso poco dopo le 13:00. Auguriamo una buona settimana a lettrici e lettori.

21.06.2020, Il temporale non combatte le allergie

   Per molte persone che soffrono ancora di allergia da polline, l’arrivo di un temporale, come quello di alcuni giorni fa, è visto come una benedizione perché “ripulisce l’aria”. Eppure, secondo i ricercatori, dopo la pioggia, molti starnutiscono più di prima. Nelle Valli ne gira di polline, per buona parte della primavera e dell’estate che inizia proprio oggi. Uno studio dell’Università di Udine, appena pubblicato ha effettuato esperimenti ed osservazioni filtrando l’aria in aperta campagna dopo le precipitazioni di varia entità. L’esame del contenuto dei filtri ha rivelato che la pioggia ripulisce l’aria, ma solo dal polline intero e non da quello spezzato. Con l’umidità il polline tende a gonfiarsi, a esplodere generando molti frammenti che poi sono così leggeri da restare in aria molto a lungo e così tanti da rendere difficile il loro abbattimento con la pioggia. Il risultato è che dopo il temporale l’aria è carica di pezzetti di polvere che, se inspirati, penetrano ancor più in profondità nei tessuti e nelle vie aeree di quanto faccia il polline intero, scatenando sintomi più gravi. I frammenti di polline possono restare sospesi in ariada 5 a 10 ore dopo la pioggia.