31.10.2020, La scomparsa di Sara

   Ieri sera alle 19:50 a numerosi paesani è rimasto sospeso in gola il boccone della cena, quando hanno sentito l’arrivo in paese dell’ambulanza a sirene spiegate. È bastato un attimo per constatare la fermata del mezzo nei pressi dell’ingresso dell’abitazione Tuan-Iussa. Varie persone si sono radunate pensando che una possibile caduta a terra di Sara avesse causato i gravi traumi di cui è stata recentemente vittima. Il tempo passava inesorabile e lento, nessuno usciva dalla casa. Dopo 40 minuti di tentativi di rianimazione messi in atto da Rossella Perletti (alla quale tutti nelle Valli dobbiamo riconoscenza!), l’esito è stato drammatico, come una secchiata d’acqua fredda in faccia. Sara è deceduta per arresto cardiaco, non c’è stato nulla da fare. È stata colta dal malore irreversibile mentre era a tavola con il marito Silvano. Alle 21:50 il corpo della nostra povera paesana è stato trasferito all’obitorio del cimitero di San Pietro al Natisone. Alle 07:45 suonerà l’Avemaria, che annuncerà la conclusione della vita terrena di Sara, molto tribolata, perché quando i genitori seppelliscono due figli a distanza di pochi anni uno dall’altro, non si tratta più di vita, ma di sopravvivenza. Pubblicheremo il necrologio di Sara non appena sarà disponile.

30.10.2020, Riscopriamo la bella calligrafia (2/2)

   Scrivere a mano, infatti, migliora la memoria e l’apprendimento e per questo è importante che i nostri bambini lo facciano il più a lungo possibile. Ad ogni età il cervello lavora meglio e di puù con una penna in mano. Lo dicono gli scienziati. Secondo loro, la scrittura manuale stimola di più la corteccia somato-sensoriale, ovvero c’è più lavoro “disegnare” sul foglio le lettere che premere un tasto. Sempre secondo recenti studi, scrivere a mano aumenterebbe la sincronizzazione tra le regioni cerebrali parietali, che controllano il linguaggio e l’attenzione. E in questa sincronizzazione si creano nel cervello le condizioni ideali per apprendere e memorizzare. Le nostre vecchie maestre inorridirebbero nel vedere dov’è finita la bella calligrafia di un tempo: oggi si scrive con un misto tra minuscolo e stampatello, si usano molte meno parole di un tempo, non ci si sofferma sulla scelta del vocabolo… tutt’altro mondo, al punto che nella civile Finlandia si abolirà il minuscolo per scrivere tutto solo con il maiuscolo.

29.10.2020, Riscopriamo la bella calligrafia (1/2)

   Un tempo era una delle voci della pagella. Le maestre ci insegnavano a fare la difficile “f” con la pancia, con il rigonfiamento, la “m” doveva avere l’ultima gamba con l’occhiello all’insù, come il bastone del nonna. La “a” doveva avere la gambetta a destra e un peduncolo a sinistra per tenere in piedi l’intero cerchio. Nei quaderni il dettato o i pensierini dovevano avere una calligrafia bella, ordinata, il quaderno non doveva avere le orecchie e gli errori andavano cancellati delicatamente con la gomma morbida, per non fare il buco nella pagina utilizzando la parte più dura. Si scrivevano cartoline postali, che oggi pochi conoscono, cartoline, moltissime lettere. Oggi carta e penna? Ah, queste sconosciute. Ormai scriviamo tutto su una tastiera, dalla lista della spesa agli appuntamenti. È più pratico e veloce, ma risulta meno utile al cervello …

28.10.2020, La Malia diceva che …

   … un uomo a 40 anni era già “tìmpan”, ovvero ben maturo, già in là con gli anni. Sapesse l’indimenticata suocera di Graziana che i quarantenni d’oggi vivono ancora in a casa e amano farsi chiamare “ragazzi”. Questo per evidenziare la diversa percezione dell’anzianità di ieri e di oggi. Forse lo avevamo già scritto: sul necrologio di 30-40 anni fa, al parere del lettore un sessantenne aveva già vissuto la sua vita, mentre oggi (per fortuna) si dice: giovaneee! Tornando alla nostra protagonista, Amalia era una persona dalla battuta sempre pronta, disponibile in ogni momento alla risata. La ricordiamo ancora come una persona propositiva, non abituata al cicaleccio delle basàde (i pettegolezzi). Le piaceva giocare al lotto, il suo debole per la schedina. In tutti i modi doveva giocare la schedina della settimana, anche a costi di inforcare la bicicletta e recarsi a Cividale.

27.10.2020, Sant’Antonio pensaci tu

   San Raffaele, ad esempio, è uno dei sette Arcangeli e il suo nome significa “medicina di Dio”, oppure “Dio guarisce”. I suoi simboli sono costituiti da un vaso di medicamenti e un pesce. Nella credenza popolare rimane ancora nella sua figura di medico del corpo e dell’anima e, intercedendo presso Dio, può ottenere la guarigione di mali fisici, mentali e spirituali. I santi Cosma & Damiano sono i protettori di medici, chirurghi e farmacisti. Oggi sono raffigurati nelle cappelle di quasi tutti gli ospedali, compresa quella di Cividale. Nei secoli passati San Rocco fu il santo più invocato contro la peste. Oggi il suo “patrocinio” si è esteso a tutte le epidemie e malattie contagiose come la pandemia che stiamo affrontando. È Gesù a investire i Dodici Apostoli di poteri taumaturgici prima di inviarli a predicare il Vangelo. È come dire che va bene per ogni emergenza uno o più dei Dodici. Santa Lucia è invocata ancor oggi per chi chiede protezione della vista, Sant’Antonio Abate è indicato come il principale riferimento spirituale per chi soffre del doloroso “Fuoco di Sant’Antonio” (Herpes Zoster), perché in vita ne soffrì e lo curò ai bisognosi: a Sorzento il 03 febbraio si festeggia San Biagio protettore delle gole e infine San Camillo, patrono universale dei malati, degli ospedale e degli infermieri. Potrebbe accadere che, riordinando la soffitta, ci si imbatta in santini e immagini sacre riportanti il volto e la preghiera dedicata a uno di questi santi.

26.10.2020, Iefri al Centro

   Domenica movimentata ieri al Centro. Ringraziamo Laura e Patrizia per il loro turno. Elena Tuan ha predisposto un piccolo banco di sensibilizzazione per la grave piaga del tumore al seno. Sono stati venduti gadget significativi a sostegno. È la fondatrice di “Misia”, progetto che sostiene l’emancipazione femminile e lo sviluppo sociale attraverso la poesia e l’artigianato, con una collaborazione creativa per scopi benefici. Sono tornati a trovarci soci che non vedevamo da tempo e questo ci ha fatto molto piacere. L’argomento di discussione principale è stato il Corona-Virus e la preoccupazione che serpeggia tra la gente visti i numerosi casi registrati anche in FVG in queste ultime 24-48 ore. Parlare di iniziative spendibili a breve è come fare un salto nel vuoto, confidando almeno in un novembre sottotono, per poi assistere alla riapertura alla grande in dicembre. Da stamattina alle 06:00 la Slovenia è off-limits, tranne per i transfrontalieri o per chi possiede un immobile. Questo provvedimento potrebbe durare una decina di giorni, anche se molti si aspettano tempi ben più lunghi. Ieri sera, intanto, lungo la statale, tra le 19:30 e le 20:00 sono transitate quattro auto soltanto. Auguriamo una buona settimana, che ci traghetterà direttamente a novembre.

25.10.2020, Sant’Antonio pensaci tu (1/2)

In tempi di emergenza sanitaria c’è chi ripone grande fiducia nella scienza medica e chi, a fronte di dubbi, equivoci, ripensamenti da parte del mondo sanitario, si rivolge in cerca di protezione, ai santi taumaturghi e guaritori. Secondo le credenze cattoliche, i santi sarebbero i primi, intermediari privilegiati verso Dio, avrebbero il potere di farci ottenere guarigioni per via sovrannaturale, mentre i secondi ci difenderebbero da particolari malattie. Entrambi opererebbero intercedendo presso Gesù Cristo, l’unico vero guaritore dei corpi e delle anime, unico protettore tutto ciò che riguarda la sfera umana. La Chiesa ha fatto sempre leva sul senso di disorientamento della popolazione, a suo tempo riempiendo le chiese nei momenti della paura: guerre, carestie, malattie, sconvolgimenti atmosferici. Già in passato ci siamo occupati dell’immagine ingiallita e impolverata di Sant’Antonio, presente su tutte le porte delle stalle del paese e della valle. E, oltre alla richiesta concreta di protezione di bovini e suini, la gente si rivolgeva ai santi per chiedere sollievo delle proprie pene. Conosciamo più da vicino alcuni santi, tra i più popolari del passato …

24.10.2020, “Ottobre rosa”

   In occasione di “Ottobre rosa”, mese della prevenzione del tumore al seno, una nostra socia e compaesana ha realizzato un progetto di beneficenza con un duplice scopo: sensibilizzare l’opinione pubblica su questo importante tema e al contempo raccogliere fondi da devolvere alla Ricerca. Non è la prima volta che Elena Tuan, fondatrice di Misia, progetto che racconta l’emancipazione femminile e lo sviluppo sociale attraverso la poesia e l’artigianato, avvia una collaborazione creativa per scopi benefici.  Questa volta in collaborazione con una startup di Milano, Feeling Nova, che lavora con donne sopravvissute a un percorso oncologico, e con un collettivo poetico cui Elena ha commissionato una poesia per l’occasione, è nata l’iniziativa “Fare prevenzione salva la vita”: una serie di creazioni artistiche volte a diffondere informazioni utili su come fare prevenzione e autopalpazione. Ad ogni acquisto, parte del ricavato viene devoluto ad AIRC, Fondazione per la Ricerca sul Cancro, partner del progetto. Chi conosce Elena può immaginare il significato speciale che questa iniziativa ha per lei. Sia Elena che Chiara, fondatrice di Feeling Nova, hanno infatti visto delle donne all’interno della propria famiglia ammalarsi di tumore al seno. In merito, Elena racconta: “Vorrei poter dire che la nostra storia sia un’eccezione, un’esperienza non comune; ma non è affatto così. Il tumore al seno è la neoplasia più frequente in assoluto nella popolazione femminile e colpisce una donna ogni otto nell’arco della vita.” Da qui il bisogno di parlarne, di ricordarsi di fare prevenzione e di suggerire a tutte meravigliose donne che ci stanno intorno di prendersi cura di sé. Fare prevenzione è un gesto d’amore, salva la vita, e i numeri ci raccontano che di prevenzione non si parla abbastanza. Noi vi invitiamo questa domenica al Centro per fare una chiacchierata con Elena su questa lodevole iniziativa, ricordandovi che potete sostenere la Ricerca acquistando una delle creazioni di persona questa domenica oppure direttamente online al seguente indirizzo: https://ottobrerosa.bigcartel.com

23.10.2020, “Smart working”: ci sono i pro e i contro (3/3)

   Le maggiori criticità sono costituite dal senso di isolamento dall’organizzazione del lavoro e spesso da una strumentazione tecnologica inadeguata; c’è la difficoltà di separare tempi privati e tempi lavorativi, difficoltà nel sentirsi sempre connessi e reperibili e la difficoltà nel conciliare le esigenze professionali e personali. C’è un buon 50% dei lavoratori a casa che non possiede spazi adeguati per la propria postazione lavorativa. Se si opera sul tavolo della cucina, all’ora di pranzo si deve smontare tutto. Il lavoro a casa implica una piccola rivoluzione connessa al mercato immobiliare, tra riduzione di spazi negli stabilimenti e richiesta di spazi nuovi nell’edilizia residenziale. Le persone occupate saranno valutate in base al lavoro licenziato, le imprese recupereranno spazi. Assisteremo alla nascita di due mondi separati costituiti dai due poli di lavoro, sempre più lontani tra loro, uno rivolto al passato e l’altro al futuro.

22.10.2020, “Smart working”: ci sono i pro e i contro (2/3)

   I lavoratori in “smart working” fanno risparmiare all’ambiente la bellezza di 8.000 tonnellate di anidride carbonica (fonte: ENEA), 1m,75 di PM10, parecchie tonnellate di ossido d’azoto. Questa soluzione innovativa, il lavoro da casa, ha anche i suoi detrattori. I ristoranti e bar oggetto delle famose colazioni italiane del mattino, o del caffè di metà mattina sono in crisi a causa dello “spopolamento” degli uffici e si tratta di una torta italiana di molti milioni di Euro e poi colpisce direttamente il gentil sesso: le donne costrette a stare a casa anche durante l’orario di lavoro, con il sottinteso presupposto che è necessario dare un’occhiata ai figli, fare le pulizia, preparare i pasti e tutte le restanti faccende domestiche. Il lavoro “smart” va gestito in modo corretto e rappresenta un’autentica opportunità per la parità di genere, ma in tempi di lock-down, con i figli a casa, diventa un autentico calvario anche per le continue interruzioni nella concentrazione.