23.07.2021, L’hobby di Beput

   Possiamo dire che Silvana e Savina erano invidiate da molte loro coetanee del paese. Avevano sempre le scarpe a posto! Il loro papà, Giuseppe, oltre al lavoro dei campi eseguiti spesso con bellissimi cavalli, oltre ad aver svolto la carica di consigliere comunale agli inizi degli anni ’60, coltivava l’hobby del calzolaio. Lo faceva a tempo perso, quando gli si accumulava qualche richiesta. In paese svolgeva la stessa attività hobbistica anche il padre di Rolando Diaris. Beput, così era chiamato affettuosamente in paese, aveva un piccolo tavolino contornato da tutti gli attrezzi per la lavorazione del cuoio, martelli e martellini dalla testa rotonda, pinze per bucare il cuoio, sagome di tomaie e, sempre sul tavolino, piccoli contenitori di chiodi di varie dimensioni, graffe e il famoso mastice. La sedia che utilizzava era piccola, impagliata e con qualche difetto a causa dell’usura nel tempo. Un giorno la signora Rosetta, mamma di Mabira, ritornata a casa dopo una lunga permanenza in Africa, gli portò una borsetta in pelle che non usava più, chiedendogli di ricavarne un paio si scarpe basse o sandali. Si trattò di un impegno non indifferente, una piccola sfida. Alla fine creò un’autentica opera d’arte al punto che la signora utilizzò quelle scarpe per anni e anni.

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