Come ben sappiamo, i cavalli sono molto intelligenti e cercano di adattare al meglio, nel loro interesse, la situazione in cui si trovano. Il cavallo, ad esempio, mal sopporta la pioggia che bagna il suo mantello ed è nel suo istinto cercare un riparo. Ne sapeva qualcosa la Nadalia. Mentre era in cantina a sistemare le patate con l’aiuto delle figlie, la pioggia improvvisa iniziò a bagnare il cavallo lasciato libero nei pressi della stalla. Era un animale così docile che mai avrebbe causato problemi. Ma quella pioggia non gli andava proprio giù. Vedendo la porta aperta, quatto –quatto si rifugiò nella ben più tiepida e confortevole cucina. Finito il lavoro, la Nadalia si trovò questo monumentale equino tra il furnèl in mattoni e il kandreiòn, il vecchio sofà. Le cose andarono diversamente da Brunich, a Mezzana. Ogni giorno Nerina concedeva al suo amato quadrupede uno zuccherino, un po’ di pane tociato (intinto) nel miele. Sta di fatto che, forse per disattenzione, quella mattina Nerina si allontanò da casa lasciando aperte le porte, senza far caso al cavallo che entrò in cucina proprio alla ricerca di quella che era la sua consuetudine, probabilmente lo zucchero. Al rientro Nerina trovò la cucina semidistrutta: le antine aperte, tutto rovesciato, piatti e bicchieri rotti. Dopo qualche “bùah te straf, zlùadi e dep te … odletèu” tutto tornò come prima. Nerina continuò a viziare il suo caro cavallo, stando ben attenta a chiudere la cucina prima di andar via.