27.09.2022,La storia di Beo

   Molti anni fa la signora Rosetta ha posseduto per molto tempo uno splendido esemplare di merlo indiano. Un animale assai bello, dotato di piume nere e lucide, con un becco giallo che si distingueva dal resto del corpo, sorprendendo la persona intenta ad osservarlo. Beo ha vissuto molti anni anche per le cure che gli erano rivolte. La sua gabbia era esposta all’ingresso dell’abitazione, mentre di notte o nelle lunghe giornate invernali era custodita in sala. È tipico del merlo indiano emettere in continuazione lunghi fischi e “interpretare” tutta la rumoristica che caratterizza l’ambiente, riproducendola con tale somiglianza alla voce umana, da stupire molte persone. Il “ciao” di Beo è passato nella storia: lo dedicava a tutti, a chi attendeva la corriera, a chi transitava in bicicletta, a chi suonava il campanello. Di fronte all’abitazione nel campetto di pallone, si svolgevano ogni pomeriggio le partite e l’euforia dei ragazzi non risparmiava lo sgancio di qualche imprecazione contro gli dei, che Beo ovviamente imparò in breve tempo. Per qualcuno è stato imbarazzante sentire il cortese “ciao” abbinato a uno “zio” qualsiasi. Un giorno Beo passò a miglior vita e la signora decise di farlo imbalsamare. Dopo numerosi anni, durante un trasloco di Mabira, chi spuntò da una scatola colma di altri oggetti? Beo! Durante una riunione di famiglia si decise di concedergli degna sepoltura in un angolo del giardino.

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