28.03.2020, Il guado di Tiglio (1/2).

   Renzo Onesti è “una memoria storica” dei nostri tre paesi. Si ricorda di particolari che appartengono ai ricordi di pochi. È dalla notte dei tempi che l’uomo ha cercato di superare l’ostacolo naturale costituito dalle acque di fiumi e torrenti e di raggiungere la sponda opposta per le proprie necessità. Il primo mezzo di attraversamento dei corsi d’acqua o dei ghiaioni dei torrenti asciutti era costituito dal guado che univa sponde opposte per motivi di commercio, comunicazione e fede. Forse non tutti sanno che fino agli anni ’50 è esistito un guado sul Natisone, piuttosto trafficato, che collegava Tiglio con la sponda opposta, quindi con Tarcetta o Biacis a seconda della direzione che si prendeva alla “Križava pot”, l’incrocio nei pressi di un noccioleto che oggi è di proprietà di Renzo. Si trattava di un incrocio dal quale si diramavano due strade, una verso Tarcetta-Lasiz e l’altra, appunto, verso Cras-Biacis. Il guado era costituito da una massicciata in blocchi di pietra e collocato in un tratto del letto piuttosto largo, che oggi è difficile da individuare a causa delle modifiche del corso del fiume. Per accedere al guado si percorreva il tratturo che partiva dalla statale, sfiorava la proprietà di “Fùasaz”, una delle due villette bianche a sinistra, quasi a fine discesa di Tiglio, arrivava al guado, per poi continuare con la strada che abbiamo appena descritto…

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