28.05.2020, Ciò che non ricordiamo della Grande Guerra (1/4).

   La nostra non è una corsa verso il passato, ma è semplicemente una corsa verso la memoria storica con la presunzione di contribuire a fare chiarezza su aspetti forse poco conosciuti. Il primo conflitto mondiale (1914-1918) è chiamato “Grande Guerra” poiché nella storia del genere umano non c’è mai stato uno che avesse coinvolto un numero così significativo di nazioni e soldati. Per quanto riguarda l’Italia, la Grande Guerra causò 650.000 vittime, mentre a casa tornarono 500.000 mutilati, 200.000 feriti e 40.000 con gravi patologie psichiche. Questi ultimi furono bollati con un irriverente “scemi di guerra”, locuzione che si usa ancor oggi nel gergo confidenziale. La storia ha steso su questi un velo d’oblio. Ad esempio, la mamma di Angelo, la signora Maria, era ancora bambina quando un numero imprecisato di frammenti di granata le lesionarono ampie parti del corpo con gravi conseguenze per tutta la vita, per non parlare di case, stalle e porcili saccheggiati, di anziani picchiati, di ragazzine stuprate. Molti soldati aderirono alla Grande Guerra affascinati dall’idea romantica di eroismo e patria. I colli alle spalle di Gorizia erano pieni di cadaveri, morti inutilmente visto che quelle alture dopo 30 anni passarono alla Jugoslavia prima e alla Slovenia poi…

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