30.12.2021, La crisi dell’auto

   È capitato recentemente anche in paese. Se oggi si ordina l’auto che si desidera, è da considerarsi fortunati se questa arriverà a fine maggio e la stessa cosa vale per le lavatrici e frigoriferi tecnologici. L’alternativa è quella di accontentarsi di ciò che si vede negli autosaloni e nei negozi di elettrodomestici. Una nota casa automobilistica francese è tornata a produrre indicatori di velocità con la lancetta meccanica, collegata con un cordino alla ruota, offrendo sconti particolari per gli acquisti di questa tecnologia anni ’60. Siamo in piena “crisi da microchip”, la prima e autentica carestia tecnologica dell’era digitale. I microchip sono il cervello di qualsiasi dispositivo elettronico, dal PC al forno a microonde, creati apposta per ogni macchina o strumento e di varie dimensioni. Parlando in termini d’affari, la crisi del microchip, per alcuni settori, si è rivelata dannosa o addirittura peggiore dell’emergenza sanitaria. Questi piccoli cervelli sono composti da circuiti elettronici stampati con tecnica litografica di precisione su supporti di silicio chiamati “wafer” perché ricordano il celebre biscotto austriaco. Ne fanno largo consumo tutte le attrezzature e macchine, non solo domestiche, ma dal comparto agricolo a quello militare. Manca il silicio e la domanda è ben superiore rispetto alla capacità di produzione. Da qui la crisi dei microchip che, a catena, sta investendo tutto il comparto produttivo mondiale. La persona residente in paese, dunque, ha acquistato ciò che c’era nell’autosalone. Piaccia o non piaccia.

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