L’arrivo ad Auschwitz fu lacerante per Elda. Dopo essere stata letteralmente rapata, le è stato tatuato il numero 88656 all’altezza dell’avambraccio. Nel “Kalendarium” (registri degli arrivi e delle immatricolazioni dei deportati) il numero mai è stato trovato poiché gli stessi nazi-fascisti distrussero parte dei documenti. Si sa che i numeri dal 88600 all’88652, assegnati a donne, provenivano da Trieste il 20 settembre di quell’anno. I civili rastrellati nell’Italia collaborazionista dovevano essere immediatamente inviati al lavoro, prima che le privazioni li riducessero a pelle ed ossa. La nostra paesana fu spostata provvisoriamente al campo di Chemnitz e iniziò il suo lavoro forzato all’Astra Werke, dove lavoravano le prigioniere in salute. Omettiamo altri particolari della vita di Elda da prigioniera. Saranno resi noti da fonti più autorevoli delle nostre. Sta di fatto che Elda conobbe anche il triste campo di Buchenwald assieme ad un altro piccolo gruppo di donne. Intanto il suo aspetto fisico deperiva sempre più dagli stenti e per lei era necessario resistere nella speranza di rivedere la libertà …
05.02.2020, La storia di Elda (2/4).
Giunti nei pressi di Dornberk (a quel tempo “Dorimbergo” o “Montespino”) uno zelante spione del luogo comunicò la presenza di questi due giovani intenti ad attraversare il paese dopo aver probabilmente dormito in qualche ricovero di fortuna. Vista la mal parata, Ennio intuendo ciò che stava per accadere, riuscì a scappare ed evitare l’arresto che considerata la sua giovane età poteva trasformarsi in automatica condanna a morte. Con grande difficoltà, nominando Caporetto o Tolmino, riuscì ad avere le giuste indicazioni del percorso ed arrivare a casa dopo 14 giorni di marcia e con grandi rischi di essere nuovamente catturato. Ennio, angosciato per la sorte della sorella, non si fidava di alcuna persona incontrata. Un ragazzino di 12 anni alle prese con la fame, con il terrore negli occhi ed un immenso coraggio, dovette affrontare notti di paura e pian-piano tornare a casa e raccontare a papà Beniamino le circostanze della cattura della sorella. Le prime tracce di Elda si confondono. Secondo alcuni, fu rinchiusa a Trieste, secondo altri a Gorizia. Può anche darsi che lei stessa non sapesse se Trieste o Gorizia. Da qui partiva un treno composto da carri-bestiame che dopo 5 giorni di viaggio, senza sosta, senza mangiare o bere, la portarono ad Auschwitz …
04.02.2020, La storia di Elda (1/4).
Nei giorni scorsi i “media” di tutt’Europa hanno ricordato la liberazione del campo di sterminio nazi-fascista di Auschwitz-Oświęcim, oggi ordinata cittadina della Polonia meridionale, liberazione avvenuta il 27 gennaio 1945. Chissà se mai gli internati e il milione e mezzo di morti, tra questi moltissimi bambini, avrebbero mai immaginato che quel luogo di pena, di disastro del genere umano, sarebbe diventato un “polo turistico”, da selfie. Forse non tutti sanno che anche a Ponteacco si è vissuta in maniera diretta una tragedia legata ad Auschwitz. Elda Iussa, sorella di Liso, è stata internata ed è sopravvissuta all’Olocausto. Abbiamo fatto una ricerca sulla sua storia, sul fatto di come una persona innocente sia finita nelle maglie della macchina della morte. Premettiamo che per i familiari è tutt’oggi un argomento molto scomodo e, per scrivere questa notizia divisa in quattro parti, abbiamo chiesto l’autorizzazione scritta a una persona molto vicina a Elda. La fonte ci racconta che nel settembre o ottobre 1944 era necessario fare scorta di sale in vista dell’imminente macellazione del maiale. La via più sicura per raggiungere le saline di Trieste era Tolmino – Val Vipacco – Carso e quindi Trieste, tutti territori allora italiani. Elda in quel tempo 22enne, partì da Ponteacco in compagnia del fratello più piccolo, Ennio, conosciuto con il soprannome di “Juza”, che a quei tempi aveva 12 anni. Giunti nei pressi di …
03.03.2020, Ieri al Centro.
Seconda domenica di tempo incerto, seconda domenica di affollamento al Centro. È un binomio collaudato, confermato anche ieri. Per la Pro Loco è stata una bella giornata, gran via-vai di Soci fino alle 19:00. Il turno di Marzia e Tonino è stato un po’ faticoso, ma nel complesso decisamente soddisfacente. Tonino, per far assaggiare qualcosa di buono, si è procurato un salame molto saporito, acquistato in un’azienda del cividalese, con il quale sono state preparate gustose tartine. Gli argomenti di discussione sono stati molteplici, dalla vicenda dell’Ospedale di Cividale fino ai lavori di sistemazione dell’argine del fiume, all’altezza del Mulino, il cui inizio era previsto per settembre ed invece è stato prorogato ad aprile. Vedremo se questo spostamento di date di inizio e fine cantiere comprometteranno la nostra prossima stagione turistica. Secondo il Sindaco la colpa è da ascrivere all’Ente Tutela Pesca che evidentemente ha potere di veto. La settimana appena iniziata comprende i festeggiamenti di santa Dorotea, patrona del paese. Il programma può essere letto nel volantino di “home page”. Venerdì 07 alle 20:00 si svolgerà un incontro di paese con il Sindaco e gli amministratori. Auguriamo giorni sereni, noi siamo qui per aggiornare, scrivere, curiosare qua e là …
02.02.2020, La Candelora.
Quella di oggi è una ricorrenza molto antica, legata al 40° giorno dalla nascita di Gesù. Si chiama Candelora proprio per le sue candele benedette. La festività è diventata nel tempo un’autentica soglia di purificazione e di passaggio che porta al periodo quaresimale. La luce delle candele benedette accese proprio il 02 febbraio avevano un profondo significato magico e sacro. La fiamma benedetta nel buio dell’inverno (Benedictio novi luminis, oppure ignis novi come si recitava qui a Ponteacco) era il ridestarsi della vita nelle oscurità dell’inverno per misteriosa grazia divina, il muoversi delle fiamme del fuoco della nuova vita purificata. Le candele benedette si portavano a casa, si sistemavano in cucina, si custodivano nell’armadio, un moncherino lo si portava in stalla ed erano accese in momenti di pericolo come durante i furiosi temporali estivi, le calamità naturali, le epidemie, durante un parto difficile o l’agonia di un moribondo. È proprio da quella lunga tradizione che in molte case del paese c’è l’abitudine di accendere una candela per “aiutare” la buona sorte in caso di un esame difficile, di un viaggio rischioso … Molti significati di questa bella festa si sono persi nel tempo, una data che era molto attesa. In chiesa o in cappella, qui in paese, si assisteva alla messa, mentre l’indomani si raggiungeva Sorzento per onorare San Biagio e chiedere la protezione della gola.
01.02.2020, L’eredità di Napoleone (3/3).
La rivoluzione dell’organizzazione dei cimiteri, da San Pietro al Natisone a tutte le altre parrocchie delle Valli, trovò ragioni di carattere igienico-sanitarie. Fuori dal perimetro delle chiese (esempio a Tiglio), dovevano essere collocati in luoghi soleggiati, arieggiati. L’imperatore pretendeva tutte tombe uguali, così com’è uguale l’anima di tutti, ma per l’”Italia” di quel tempo prevalse il culto dei morti di Ugo Foscolo, che rivendicò i valori dei monumenti funebri. Insomma si tratta di un personaggio storico che ha modificato molti aspetti della vita di un tempo, portandoli alla modernità. All’inizio di questo racconto diviso in tre parti abbiamo definito “controverso” Napoleone perché come tutti ben sappiamo, saccheggiò il Lombardo-Veneto di grandi opere d’arte; controverso anche perché la sua politica fortemente accentratrice creò la figura del prefetto, rappresentante del Governo, ancora in essere sia in Italia che in Francia. Ammirato da tutti gli altri, prova ne è la famosa e infinita poesia di Alessandro Manzoni: Ei fu. Siccome immobile dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta… 05 maggio 1821, data della sua morte. E nelle medie dovevamo saperla a memoria … dal Manzanarre al Reno…
31.01.2020, L’eredità di Napoleone (2/3).
Le novità del Codice Napoleone (o napoleonico) del quale forse abbiamo sentito parlare, furono altre, anche di chiara apertura verso l’età contemporanea. Il matrimonio doveva essere anche civile, l’unico giuridicamente rilevante; il divorzio lo si poteva chiedere, ma solo se era consensuale. Varò una norma che imponeva l’uguaglianza giuridica tra i figli primogeniti e non ed eliminò le disparità tra maschi e femmine che rivoluzionarono anche le complesse norme ereditarie feudali. Napoleone esportò anche in Friuli il sistema scolastico adottato in Francia nel 1792: l’istruzione primaria doveva essere pubblica, obbligatoria e gratuita, aperta a ogni cittadino, sia maschio che femmina. Introdusse a UD anche i licei statali, scuole impegnative dov’era necessario studiare nel vero senso della parola, per lo più riservati a giovani di buona famiglia dove si studiava a tutti i livelli il greco classico e il latino. Le scuole erano per la prima volta finanziate dal denaro pubblico, raccolto con tasse ed investimenti del Lombardo-Veneto. Stato e Chiesa dovevano rimanere separati, concetto ancor difficile da mettere in pratica da parte dei vescovi e cardinali. Con l’Editto di Saint-Cloud del 12 giugno 1804 fu rivoluzionata l’organizzazione dei cimiteri. Qualche decennio dopo si chiuse il camposanto collocato a nord della chiesa parrocchiale di San Pietro al Natisone e s’individuò l’area dove oggi riposano i nostri defunti …
30.01.2020, L’eredità di Napoleone (1/3).
Con la nostra modesta rubrica non abbiamo certamente lo scopo di scomodare famosi (e controversi) personaggi della storia, in questo caso addirittura Napoleone, lo scacchista piuttosto scarso che comunque promosse il gioco secondo le regole tuttora in uso. Nato nel 1769, Napoleone si impose in tutt’Europa con una serie di regole, novità rivoluzionarie che tutt’oggi sono presenti nel quotidiano del nostro paese, delle Valli. Sembra strano, ma è così. Si potrebbe iniziare dal sistema postale italiano prima ed europeo dopo. Prima del suo arrivo, la consegna delle missive era una prerogativa dei nobili e dei signori che hanno popolato il Friuli. La nuova regola impose uffici statali, decentrati, coordinati e gestiti da funzionari pubblici. Si iniziò a parlare di tracciabilità delle lettere, si organizzarono le esazioni dei tributi con conteggi chiari, si istituì il timbro rotondo con il nome dell’ufficio postale: Rodda, Tarcetta, San Pietro al Natisone … Napoleone emanò regolamenti urbanistici anche per le città i cui nuovi interventi dovevano prevedere viali per rendere le città più vivibili: viale Venezia a UD ne è un esempio. L’imperatore dei francesi fece piazza pulita di tutta una serie di vecchie leggi e autonomie locali, secondo lui ereditate dal feudalesimo. Sparirono le Banche d’Antro e Merso …
29.01.2020, Ponteacchesi fedeli?
Tutto il mondo e paese e dunque anche il nostro non si distingue nel bene e nel male dagli altri. Si favoleggiano corna e tradimenti, forse più presenti in passato che in questi tempi. C’è da dire che una trentina d’anni fa c’erano moltissimi single di entrambi i sessi. Si fosse sposata almeno una buona parte di questi, oggi il paese avrebbe il doppio di abitanti. Certamente, le scelte personali non si discutono. Parliamo del presente, della possibile tentazione di una fuga d’amore. Se siete in tempo, valutate alcuni motivi che potrebbero convincervi a restare fedeli alla moglie o al marito, compresi quei lunghi fidanzamenti che alla fine portano al nulla di fatto. Se si ama una persona sarà bello rinunciare alle tentazioni proprio per amore suo e poi, come si dice, “assaggiare una torta “ è pericoloso: si vorranno assaggiare altre e si cercheranno le “pasticcerie”. È un guaio essere scoperti, la fiducia non torna e si può uscire solo con le ossa rotte. Certo, il tran-tran può portare alla noia, non ci saranno ogni giorno emozioni forti, ma non sottovalutiamo l’importanza della serenità. Dietro un’apparente “bella occasione” può anche nascondersi una “bella fregatura”. E se ci sono bambini in mezzo, che delusione per i piccoli che vedono infrangersi un mito, quello dei genitori sui quali ripongono tutto il loro affetto. Insomma al o alla ponteacchese si potrebbe dire che lasciando la “strada vecchia” per la nuova, ci si potrebbe perdere e rimanere soli.
28.01.2020, Il dibattito di ieri sera.
Sono state una trentina o poco più le persone che ieri sera al Centro hanno partecipato al dibattito sul futuro dell’ospedale di Cividale del Friuli. La relatrice, dr. Simona Liguori, ha parlato più in veste di medico che di consigliere regionale del Partito Democratico. Il tema ha riguardato la Legge regionale del 12 dicembre 2019, nr. 22, testo vigente dal 19 dicembre scorso che prevede, regola e rivoluziona la riorganizzazione dei livelli di assistenza, le norme in materia di pianificazione sanitaria e sociosanitaria. Un argomento complesso che divide l’opinione pubblica e va sottolineato che la difesa dell’ospedale di Cividale pare interessi più ai Comuni limitrofi che ai cividalesi stessi. In altre città del FVG ventilate modifiche o chiusure avrebbero generato barricate. Detto questo, la consigliere Liguori si è limitata ad illustrare i contenuti di questa legge controversa che vede i cittadini preoccupati per la ventilata chiusura del reparto di Medicina, dell’attività di Day hospital, day surgery e del ridimensionamento del Pronto Soccorso, che sarebbe aperto una dozzina d’ore al giorno. Sarebbe ridimensionato anche il servizio di ambulanza di San Pietro al Natisone, ottenuto con grande fatica dopo la tragica scomparsa di Erik avvenuta quasi cinque anni fa. Al termine si è sviluppato un interessante dibattito. I presenti sono stati invitati a firmare una petizione popolare per la salvaguardia delle attività ospedalieri presenti nel Presidio di Cividale del Friuli, che ha già raccolto centinaia se non migliaia di adesioni.