27.02.2020, Il diritto di fumare va in fumo (1/2).

   Un nostro paesano che è cultore del “buon” fumo e conosce molti tipi di tabacco. Dovrà abbandonare questa sua abitudine? In pubblico probabilmente sì. Una volta in paese fumavano quasi tutti gli uomini ed una parte delle donne. Da quando è mondo, si rinunciava a generi alimentari per acquistare le sigarette, quelle che la Diana vendeva sciolte, tre, cinque e che il fumatore spegneva a metà per poi riaccendere il resto poco dopo. Spesso la sigaretta passava da labbra a labbra, divedendola in due o tre amici, soprattutto sul ciòk, la vecchia panca del paese. Oggi fumare in pubblico significa quasi vergogna. In Slovenia le sigarette non sono più visibili al pubblico. Si ordina la quantità e si riceve la merce senza vedere l’espositore. Multe, divieti, immagini “horror” sui pacchetti di sigarette, senza pensare poi alla Quaresima iniziata ieri, che imponeva la rinuncia dei vizi, mentre oggi è un periodo di fioretto, immolato sull’altare da molti, nella speranza di smettere di fumare. Anche il premier turco Erdoğan ha varato nel 2018 una severa legge antifumo in modo che anche il detto “fumi come un turco” è andato in fumo…

26.02.2020, La fine del fascismo (2/2).

   Quel re tutto ascoltava in attesa del momento giusto per assestare il colpo di grazia al capo supremo. I gerarchi tramavano preoccupandosi soprattutto di potersi riciclare ed assicurarsi un futuro nel dopo-fascismo. Fu un vergognoso comportamento nei confronti di quel personaggio, adulato fino a pochi giorni prima. Il 19 luglio di Alleati avevano pesantemente bombardato la città di Roma, causando migliaia di morti innocenti. I romani erano al limite della penuria, della sopportazione. Sono questi i fatti storici che danno chiarezza a quei giorni convulsi, di confusione. Quale sarà stato tra tutti questi motivi quello determinante? La risposta è impossibile oggi come allora. Nessuno degli attori aveva una visione globale di ciò che è accaduto in Italia nei primi mesi del 1943. Siamo pronti al confronto con i commenti sulla sezione sms. Saranno presi in considerazione solo quelli documentati o documentabili, scevri da ideologia politica.

25.02.2020, La fine del fascismo (1/2).

   In questi ultimi tempi si parla molto del fascismo e della figura di Mussolini, che è transitato una volta anche per Ponteacco, qualora questo potesse essere considerato un vanto. Vediamo di chiarire con questa notizia un aspetto forse non conosciuto da tutti, limitandoci all’analisi sincronica dei fatti, in modo che i nostri lettori possano avere una conoscenza più attendibile dei fatti e affrontare con maggiore sicurezza una discussione o un confronto tra amici, oppure per semplice curiosità. Com’è caduto il fascismo? Nella drammatica notte tra il 24 e 25 luglio 1945 Mussolini fu sfiduciato dal Gran Consiglio del fascismo. Un ordine del giorno votato a maggioranza restituiva a quella specie di re molti poteri, a cominciare da quelli del comando militare, che il duce aveva preteso e che ora, malato e anche depresso, gli venivano tolti. Eppure, il giorno dopo Mussolini si recò da quel re, sicuro di riavere la fiducia. Vittorio Emanuele III lo fede arrestare dai carabinieri. Fine del fascismo, stop, a parte l’avventura della Repubblica di Salò. Mussolini è stato pugnalato alle spalle dai sui stessi compagni di partito. Già nei giorni precedenti alla riunione correvano voci che alludevano ad una congiura, anzi a più congiure –Vaticano compreso e sempre presente- per disfarsi del duce…

24.02.2020, Ieri al Centro.

   Mattinata movimentata ieri al Centro e in paese. Sono transitati i 250 atleti della marcialonga non competitiva di 13 km. All’incrocio di via Corene è stato allestito l’ormai consueto punto di ristoro dove sono stati offerti ai concorrenti generi di conforto e di sostentamento: bibite, crostata, uvetta sultanina, biscotti, banane, mele. Si è trattato di una piccola vetrina del nostro paese con la distribuzione di depliant e l’illustrazione delle principali iniziative. Numerosi con l’indice puntato verso la Grotta di San Giovanni d’Antro, per chiedere conferma della sua ubicazione. Gruppi e singoli provenienti da tutto il Friuli: goriziano, Carnia, pordenonese, Medio Friuli. Persone che avevano già partecipato alle edizioni precedenti e persone che per la prima volta hanno scoperto i percorsi alternativi delle Valli. L’iniziativa sportiva è piaciuta a tutti e va il plauso a “Vallimpiadi” per la perfetta organizzazione , segnalazione e pulizia del percorso e per il prezzo d’iscrizione contenuto se paragonato ai servizi offerti. Il Sindaco era visibilmente soddisfatto. domenica scorsa il grande successo del Pust, il Carnevale delle Valli, ieri un altro buon migliaio di presenze a San Pietro al Natsione. Al Centro si è trattato di una domenica vivace. Il cancello si è chiuso verso le 21:00. Auguriamo una buona settimana, magari se è possibile, senza prenderci dal panico di virus e contagi.

23.02.2020, Ti amo.

Come dire “Ti amo” alla persona a cui vogliamo bene? Dipende dalla situazione e anche dalla lingua (intesa come codice linguistico). In tedesco, e Beppina ce lo può confermare,  si dice Ich habe dich lieb –provo amore per te- rivolgendosi a un genitore, al fratello/sorella, al caro amico, mentre si riserva il famoso Ich liebe dich  –ti amo- alla persona del proprio amore sentimentale. Era l’unica frase che i ragazzi sampietrini sapevano pronunciare in tedesco, all’arrivo delle tedesche in vacanza. In spagnole il Te quiero significa sia “ti amo” che “ti voglio”, oppure “mi piaci” ed è diverso dal Te amo, espressione solenne, riservata e decisamente meno focosa. In inglese, gli extracomunitari di quel Paese danno tre significati diversi al I love you: 1. sento affetto per te; 2. ci tengo a te, oppure 3. mi importa di te. Nessuno in Friuli direbbe al proprio padre “ti amo”, così come gli americani dicono Love it!. Un “ti amo” romantico è il francese Je t’aime, che può indicare sia lussuria che affetto. Lingua o non lingua, l’importante è scambiarsi il più possibile frasi d’affetto, sia per il partner, che per i genitori, i parenti stretti e la ristretta cerchia di amici che tutti noi abbiamo.  

22.02.2020, I nostri soldi.

   Tutti abbiamo un conto bancario o postale e chiunque abbia un conto corrente affida i propri soldi al sistema finanziario. A fine mese chiuderà la filiale Crédit Agricole di San Pietro al Natisone. Si trasformerà in recapito della filiale di Cividale. Ne è passato di tempo con l’allora Banca Cattolica del Veneto diretta per anni dai signori Bacchetti e Dorbolò. Oggi, quanti di noi si chiedono come vengono investiti i depositi? Se contribuiscono all’economia locale oppure finiscono in un paradiso fiscale? Se sostengono l’agricoltura biologica o il commercio di armi? Magari percorriamo la ciclabile Ponteacco-San Pietro in chiave ecologica e poi involontariamente affidiamo i nostri risparmi a chi investe in società petrolifere. Dunque, come non essere consapevoli di progetti dannosi per l’ambiente, per la pace, per le persone? Finché le cose vanno bene, le banche moltiplicano i loro profitti; quando il giocattolo si rompe, interviene il “pubblico”. Un po’ è come giocare al casinò Aurora: se vinco mi tengo (giustamente) il malloppo, se perdo ho un paracadute. L’unica è capire come funziona il sistema e se non si è convinti, occorre puntare sulla finanza etica: quella che dà garanzie di investire in progetti sociali e ambientali positivi per la collettività. Gli esempi sono in aumento.

21.02.2020, La celù

   Riallacciandoci alla notizia di ieri, è sensibilmente migliorato il rispetto verso l’ambiente.  Enzo sostiene che ci vorranno almeno altri cent’anni per vedere smaltita la quantità di immondizie gettata nelle celù del Natisone nei precedenti decenni. La celù è l’orlo della forra, dalla quale si immaginava che la grande quantità di rifiuti fosse assimilata, smaltita, riciclata o portata via dalle piene del fiume. Oggi si trovano ancora resti di mastelloni in lamiera, lavadôri in plastica, componenti di fornelli a gas, resti di materiale d’edilizia quali piastrelle (indistruttibili nel tempo), laterizi e un infinità di secchi, bottiglie, latte dell’olio Topazio. Fino alla fine degli anni ’70, quand’è cominciata la raccolta dell’immondizia, dapprima conferita dalle parti del cimitero di San Pietro al Natisone, poi in cava a Ponteacco, dove i resti di quella civiltà sono ancora visibili. Erano tre le celù in funzione: la prima dietro casa Battistig, dove andava di tutto, compresi i resti di potature e di giardinaggio; di grande importanza (purtroppo) era quella in fondo al sentiero che porta al mulino costituita dall’alta cascata dell’acqua fognaria del paese e l’ultima poco più avanti, verso lo stesso mulino, che guardava in direzione Spagnut. Tutto il corso del Natisone era costellato di discariche. Oggi c’è la consapevolezza diffusa tra tutta la popolazione: a parte il rischio di sanzioni, nessuno oserebbe offendere più l’ambiente.

20.02.2020, Sul clima, negare è impossibile.

   L’inverno 2019-2020 sarà ricordato come uno tra i più caldi della storia. La temperatura minima della stagione ha raggiunto qui a Ponteacco un modestissimo -2.5°C e l’andamento di questa stagione pazza è stato più volte l’argomento di discussione al Centro. Possiamo dire che il riscaldamento globale non è più un’invenzione degli scienziati: il ghiacciaio del Canin, sopra Sella Nevea, è sparito per non parlare dei macro-eventi che si sono registrati nel mondo: alluvioni a Venezia, incendi immensi in Australia, ondata di caldo in Norvegia. Insomma, tutto è stravolto e non manca la preoccupazione per le prossime stagioni, chissà se caratterizzate da eventi estremi. Eppure gli scettici, ad iniziare da Trump, non hanno cambiato le loro idee e continuano ad anteporre il profitto economico e lo sviluppo dell’industria agli sforzi internazionali (che costano a tutti noi europei) per scongiurare un ulteriore aumento della temperatura globale. Il primo ministro australiano Scott Morrison nega il cambiamento climatico e ben gli stanno gli incendi che hanno devastato il suo Paese, a discapito di koala e canguri. I roghi hanno causato almeno 26 vittime e la distruzione di duemila case, ma evidentemente non basta. L’Australia, ad esempio è uno degli Stati con le più alte emissioni di gas-serra pro capite, con ritardi incomprensibili rispetto agli accordi presi. Insomma i segnali d’allarme abbondano ed è ora che i politici riconoscano i propri gravissimi errori. Non nel nostro piccolo contribuiamo ad una corretta differenziazione dei rifiuti, abbiamo cambiato più della metà di lampadine, ci sono sempre più pannelli fotovoltaici. C’è una maggior consapevolezza e responsabilità verso l’ambiente.

19.02.2020, I leccapiedi.

I leccapiedi

   La notizia di oggi prende spunto da una discussione al Centro, domenica scorsa. Anche nel nostro seppur piccolo paese si presuppone ci sia stata, o c’è ancora, la presenza di “leccapiedi”, termine spregevole che indica gli adulatori. Fanno rabbia, usano complimenti falsi per manipolare gli altri, calpestando la verità e la giustizia, oltre alla loro stessa dignità (qualora ce l’abbiano). Nel mondo del lavoro, qualunque esso sia, la figura dell’adulatore c’è sempre stata e alcuni racconti sentiti dagli spettatori di questa vicenda, fanno rizzare i capelli. Eppure, con queste manovre, spesso riescono ad ottenere ciò che vogliono e che magari non meritano. Gli incensatori sono presenti da quando è mondo e soprattutto dal feudalesimo in poi, quando il principe o il padrone andava incensato, coccolato, anche a discapito degli altri. Ecco perché questi personaggi sono definiti con termini carichi di disprezzo: leccac…, lecchino, ruffiano, signorsì. Alcuni anni fa la Corte di Cassazione ha ufficializzato che dare del “lecca…” ad una persona è un’ingiuria in quanto ha una valenza mortificatoria della persona, anche se è la stessa persona … mortificante. Il saggio Dante aveva ficcato gli adulatori nel penultimo cerchio dell’Inferno (dopo i tiranni, gli assassini, gli usurai), immersi nello sterco fino al collo.

18.02.2020, Cosa mangiavano i nostri soldati durante la II Guerra mondiale (2/2).

   Sul fronte libico, esistevano le razioni di emergenza, o non meglio specificati “pasti di riserva”: nr. 2 gallette di granoturco senza sale (gr. 400) e carne in scatola che i soldati chiamavano “Arabo morto” per il fetore che emanava. Era, dunque, facile inviare soldati ai fronti: malvestiti, denutriti, senza la minima assistenza sanitaria. Agli americani andavano  scatolette fresche di carne e fagioli o carne e patate, uova disidratate, crackers, biscotti, barrette di frutta e cioccolata, caffè istantaneo liofilizzato, gomme da masticare, zucchero, sigarette e carta igienica. Gli inglesi si spalmavano generose paste di fegato, di salmone e stufati di manzo. I tedeschi avevano il privilegio di saziarsi con cucine da campo, con al massimo 4.500 calorie.