15.03.2022, La riunione del Consiglio direttivo di ieri

   Il segreto dell’ormai lunga vita della nostra Pro Loco (a fine mese saranno 13 anni d’attività) sta nel buon funzionamento del Consiglio direttivo. Riunioni a cadenza regolare, mediamente una ogni due mesi, dove si discute sulla vita del nostro sodalizio, si analizzano le proposte, si dà il parere sulle scelte. Riunioni concise, pratiche e sullo sfondo di un buon accordo tra i membri. Le visioni differenti sono considerate un arricchimento. Anche ieri sera la riunione ha avuto esito positivo. Iniziata alle 20:00, è terminata alle 21:30. È stata eseguita l’analisi della situazione finanziaria che, nonostante le conseguenze dell’epidemia, non presenta aspetti di sofferenza. Subito dopo è stato discusso l’appuntamento dell’Assemblea ordinaria dei Soci prevista per domenica 3 aprile: nell’occasione ai presenti sarà offerta la pastasciutta. Partiranno a breve alcuni importanti lavori strutturali, che saranno illustrati prossimamente. Daranno un nuovo impulso estetico al nostro patrimonio. Domenica 22 maggio si svolgerà l’inaugurazione della nuova stagione turistica con piccole ma significative manifestazioni sia al Centro che al Centro vistite Mulino. Per domenica 12 giugno è fissata la data in cui si svolgerà il Mercatino vintage per il quale ci sono già domande di adesione. Facendo i conti sul calendario, tra appuntamenti maggiori e appuntamenti minori, ci saranno numerose occasioni per trascorrere assieme belle giornate. Sarà un ottimo sistema per combattere il caro-benzina.

14.03.2022, Ieri al Centro

   Una buona presenza di soci ha caratterizzato la giornata di ieri al Centro. Com’è consuetudine nel loro turno, Enzo e Savina hanno offerto un ottimo servizio alla Pro Loco, sempre disponibili nel dare una mano. Ai tavoli si è discusso di vari argomenti: dal caro-bollette al prezzo della benzina, dalla guerra che si sta comnattendo a non molte centinaia di km da noi fino a timidi programmi di vacanze estive. La giornata si è conclusa poco dopo le 13:00. Domenica prossima sarà il turno di Graziella & Marcello: nell’aria c’è profumo di pastasciutta aglio-olio. Stasera alle 20:00 si riunirà il Consiglio direttivo per vari argomenti in discussione. Auguriamo una buona settimana.

13.03.2022, I tatuaggi forse si danno una regolata (2/2)

    Le parti del corpo più istoriate dai tatuaggi sono le braccia, le spalle, le gambe, i piedi e le caviglie. Una minima percentuale possiede tatuaggi in zone intime per indurre il partner alla scoperta del geroglifico posizionato “lì”, in una sorta di gioco che sconfina in altri campi che poco hanno a che vedere con l’arte. Il primo tatuaggio il friulano o la friulana-ok (alla moda) se lo schiaffano in media a 25 anni d’età per poi crescere con incredibile disinvoltura fino ai 45 anni. Il tatuaggio, come un tempo il codino sottile e lungo mezzo metro, continua ad esercitare grande suggestione tra i ragazzi. E sono le mamme ad accompagnare orgogliosamente i propri figli di 12-13 anni dal tatuatore nella convinzione di avviare il pargolo verso una concezione disinvolta della vita. Anche in regione è molto alto il numero di chi si tatua in un centro non idoneo, non autorizzato, scelto per il tam-tam che si afferisce a  materia. Si tratta di laboratori gestiti spesso in scarsità d’igiene, ma con ricchi cataloghi di disegni. Questi loro clienti ignorano i rischi e le controindicazioni, ma poco importa, l’importante è stupire, sorprendere …

12.03.2022 I tatuaggi forse si danno una regolata (1/2)

    L’altro giorno in un supermercato di Cividale gironzolava con il suo carrello un giovane talmente tatuato da impressionare tutti i presenti. Da ciò che si poteva vedere di “scoperto”, tutta la pelle appariva coperta di disgustosi segni grafici. Sembrava una maglietta con il collo alto, invece si trattava di tatuaggi che gli ricoprivano tutta la base della sua testa. Mentre spingeva il carrello, si notavano le mani grigio-scure con solo qualche centimetro quadrato di pelle “normale” risparmiata da quello scempio. Ma forse siamo ad una svolta: la moda dei tatuaggi sta cambiando. Appaiono più piccoli, molto più chiari e più colorati. E anche più eleganti, ammesso si possa tirare in ballo il concetto di eleganza di fronte a quel corpo istoriato con graffiti indelebili. Per carità, ognuno è padrone del proprio corpo, così come non si può condannare lo stupore di chi vede certe rovine. Oggi gli inchiostri sono più luminosi, più tossici, il grigio è brillante. Forse quel giovane è, e speriamo lo sia, l’ultimo superstite dei tatuaggi kolossal, la narrativa fiammeggiante, le frasi apparentemente senza senso, il decorativismo barocco e senza offesa a tale stile. Pare tornino le stelline, i delfini, i cuori e forse l’immagine intimista tutta da scoprire. Le frasi tipo “Non sono positivo e me ne vanto” tatuate nell’incavo del braccio pare appartengano a una moda passata. La nostra regione è stata investita dalla moda del tatuaggio, con “vittime” tra l’altro difficili da soddisfare, pretenziose. Oggi cinque o sei persone vorrebbero cancellare i loro tatuaggi, se ne pentono, affrontano sacrifici non indifferenti per ripulirsi e dicono: “mamma, perché non mi hai bloccato?”. Centomila friulani tatuati non è poca cosa e la percentuale del gentil sesso è maggiore …

11.03.2022, Risparmiare qualcosa si può

   I ponteacchesi che hanno optato per il riscaldamento a gas oggi si pentono. Il caro-bollette scoraggia gli utilizzatori che tendono a valutare la sostituzione delle caldaie a metano con quelle ben più convenienti del pellet. Il problema non riguarda solo le abitazioni del nostro paese, ma anche il caro-bombole e gli aumenti della tariffa della luce. Come risparmiare qualche euro a fine mese? I suggerimenti si sprecano. Alcuni sono di buon senso, altri meno. Staccare le spine e non lasciare i dispositivi elettronici in stand-by, azionare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico, quando si usa il forno elettrico scegliere sempre la cottura ventilata, che fa risparmiare energia e quando è possibile, optare per il forno a microonde. Usare il condizionatore d’aria solo se è necessario e non con le finestre aperte come avviene di regola in tutti i palazzi pubblici, monumento dello spreco. Sostituire le vecchie lampadine con quelle a led e, se si deve comprare un elettrodomestico, scegliere sempre quello a più basso consumo. Installare pannelli fotovoltaici tutte le volte che è possibile. Infine, recuperando le buone abitudini dei nonni, spegnere la luce quando si esce da una stanza, non lasciare scorrere l’acqua calda inutilmente e non eccedere con i termosifoni. Ne guadagneranno la bolletta, l’ambiente e anche il fabbisogno di gas.

10.03.2022, Il nostro paesaggio (2/2)

   E la bellezza non scherza, fa da collante: pensiamo ai piccoli luoghi di richiamo, piccole oasi naturali che possono essere l’Isola della Cona, il Parco delle Prealpi Giulie, la forra del Natisone o la cascata di Kot. Si tratta di brevi viaggi o gite che restituiscono il piacere di andare a spasso per la nostra regione, itinerari in cui i punti di partenza e di arrivo non sono poi così importanti, così significativi, grazie alla ricchezza di occasioni che il nostro territorio offre. Pensiamo alla sosta nel magnifico borgo di Poffabro, oppure alla scoperta dell’antica cittadina di Valvasone, per non parlare di luoghi scontati quali Castelmonte, l’Abbazia di Rosazzo, la Valle del Natisone che incanta tutti. Le strade della nostra regione sono molto ricche di deviazioni, di casualità e percorrerle significa proprio lanciare i dadi, cambiare rotta e il FVG è il tappeto di gioco ideale. Non abbiamo città metropolitane, quelle le lasciamo ad altri, perché la prossimità di capoluoghi e comuni satelliti costituisce di fatto una rete dov’è più facile parlare di sostenibilità, di campagne vicine coltivate che costituiscono un forte ecosistema dove l’uomo è protagonista, non padrone. Il nostro Friuli è una regione minore, tagliata dai grandi traffici turistici e quest’aspetto ci va benissimo, ci calza a pennello perché noi siamo gli attori della nostra storia affollata di agricoltori, artigiani, artisti, ovvero i primi artefici del paesaggio che invitiamo a conoscere ancor più a fondo. Conoscere le Valli e la nostra regione vuol dire fare un impagabile corso di educazione civica, onorare la memoria di chi ce l’ha consegnata. 

09.03.2022, Il nostro paesaggio (1/2)

   Negli ultimi due anni, costretti a spiare il mondo dallo schermo della TV o del computer, ci siamo spesso incantati di fronte a immagini di cime ricoperte di neve, di paesi valligiani assolati, di spiagge. Scorci della nostra bellissima regione in cui c’è tutto. Da quei sogni a occhi aperti sono scaturiti progetti di viaggio, voglia di uscire e l’anno scorso il nostro bel Friuli ha registrato un quasi tutto esaurito, inaspettato. Abbiamo alzato il sipario sulle meraviglie del nostro giardino terrestre che è il FVG. Nell’accezione di “paesaggio” c’è tutto ciò che l’occhio riesce a cogliere liberando il suo sguardo: il panorama dal Matajur, la “cordigliera” della Alpi da ovest a est quando ci si trova a UD/nord, le nostre Valli disegnate dalla natura ed edificate dall’uomo. Paesaggio è quell’insieme percepibile che nel caso della nostra regione diventa un insieme coeso e difficilmente separabile al suo interno: non si può staccare l’immagine del borgo antico da quello delle colline o delle montagne che lo abbracciano, poiché per secoli quei terreni sono stati il lavoro e il sostentamento degli abitanti dei nostri paesi. I residenti hanno governato quei campetti, arricchendo il senso e le forme, costruendo muretti a secco per proteggerli. È dunque il tempo, prima ancora che la bellezza, ad averli legati per sempre. È una civiltà parzialmente tramontata, della quale dobbiamo esserne fieri e noi, nel nostro piccolo-piccolo, mai ci stancheremo di ripeterlo. …

08.03.2022, La grotta della Bula (2/2)

   È censita nell’elenco delle grotte della nostra regione con il nome di “Grotta presso Ponteacco”, numero regionale di catasto-grotte 1958, un solo ingresso piuttosto sviluppato in senso orizzontale, apertura del vano posta a 188 mt/slm. La grotta trae origine da dislocazioni, ossia spostamenti di masse rocciose, orizzontali e verticali lungo le fratture che compaiono nelle deformazioni prodotte dai corrugamenti, cioè dai piegamenti degli strati geologici conseguenti a movimenti tettonici. Nel momento in cui una di queste fratture viene a trovarsi in rocce carsiche, funge da punto di debolezza in grado di innescare la formazione di una grotta carsica. Speleologicamente le cavità d’origine tettonica non risultano importanti: sono piccole, spesso instabili, quindi pericolose. È frequente però incontrare in grotte carsiche tratti dove appare evidente l’azione tettonica; molti di questi sono indubbiamente interessanti, come il poderoso “specchio di faglia” lungo un centinaio di metri nella sala della Faglia, in uno dei rami lontani del buso della Rana (Veneto). Quanti anni ha la nostra? Forse una sessantina di milioni.

07.03.2022, Ieri al Centro

   Una bella soddisfazione per Claudia e Paolo quando ieri, durante il loro turno, la sala si è riempita di soci, a consolidare ancora una volta il piacere di un aperitivo bevuto insieme. Da numerose domeniche non si vedevano i tavoli tutti occupati e quel brusio continuo delle persone che amabilmente chiacchierano tra loro. A proposito del brusio, dovremo cercare di risolvere il fenomeno dell’eco in sala con un impianto fono-assorbente che renda ancora più confortevole la presenza delle persone. Grazie a Paolo e Claudia per la loro affabilità, per la disponibilità di un turno che è andato ben oltre le canoniche ore 13:00 della chiusura. Ci attende una bella settimana feriale. Lunedì prossimo si riunirà di Consiglio direttivo in vista dell’Assemblea generale dei Soci fissata per domenica 3 aprile. Auguriamo buone cose a tutte le persone che ci leggono e ci seguono.

06.03.2022, La grotta della Bula (1/2)

     Sotto la casa di Giovanni-Valter c’è una vasta grotta poco conosciuta, se non alle persone più anziane del paese. Oggi l’accesso all’area è chiuso in quanto il terreno presenta fenomeni di carsismo con un paio di pini inghiottiti a causa di sifoni (inghiottitoi) che si formano e si colmano continuamente, mentre era aperto fino a una trentina d’anni fa e scelto dai paesani per molto tempo come “luogo ideale” per sbarazzarsi dei rifiuti: bacinelle di metallo, damigiane rotte, vasi della conserva, ruderi di ogni tipo. Non è stato semplice ripulire la capiente aula della grotta dall’immensa mole di immondizie. Oggi appare come un grande stanzone a temperatura costante, ad elevata umidità, dal cui soffitto cadono a tempo costante decine di gocce d’acqua, ricche di calcare. La parete che chiude l’anfratto, posta proprio di fronte all’ingresso, è piuttosto alta, forse tre metri, e presenta un tunnel naturale che si sviluppa per una decina di metri e che secondo alcuni ragazzi di un tempo, pareva conducesse addirittura fino al campanile …