16.02.2022, Le Màkota (1/4)

    Si tratta di una vasta superficie boscosa tra Ponteacco e Sorzento con sembianze più vicine alla collina che alla montagna e suddivisa in numerose particelle catastali. Ci occupiamo di quest’area di bosco ceduo, ricca di castagni e idonea per il taglio periodico delle piante, da cui spesso, come nelle acacie, si formano i polloni creati dalla rinnovazione agamica. Un’area dove sono presenti numerosi sentieri che portano alle varie proprietà. Uno di questi era talmente agevole che permise in trasferimento di una vettura nella bressana, costituita da un appostamento fisso composto da un quadrilatero di alberi chiuso da reti. Al centro dell’area si localizzavano gli uccelli da richiamo, ai quali si tagliavano crudelmente le timoniere e le remiganti allo scopo di impedirne il volo. Gli uccelli di passo, attirati dai richiami, si calavano all’interno dell’area. L’uccellatore, azionando con una pertica o una fune, provocava lo sbattimento di una serie di barattoli che, spaventando gli uccelli, li spingeva verso la rete. Questo metodo di aucupio oggi è severamente vietato, ma non del tutto scomparso. Si tratta sicuramente di un traguardo della civiltà. Alcuni decenni fa la bressana era diffusa un po’ovunque e quella delle Màkota fungeva anche da autentico rifugio per l’uccellatore, dove poteva riposarsi, attendere nel comfort, ristorarsi e così via. Ora dell’impianto è rimasta solo qualche traccia innocua, parte della capanna e la vettura oramai più che arrugginita e invasa dalla vegetazione …

15.02.2022, La lana, riparo dal freddo e dal bisogno

Un tempo nessuno acquistava i maglioni in negozio. Erano fatti in casa con la lana comprata in matassine o in gomitoli. Era compito delle bambine stendere le mani, inforcare la matassina tra le due braccia e assistere alla creazione del gomitolo. Erano maglioni dall’aspetto forse un po’ grossolano, ma riparavano bene dal freddo. Sferruzzare era una necessità per far quadrare i conti delle famiglie; oggi lavorare a maglia o all’uncinetto è un toccasana per il benessere fisico e psicologico. Chi ha raggiunto la quarta età e magari è ospite della Sirch di San Pietro al Natisone lo fa ancora, tenendo in esercizio le mani, la vista e l’attenzione. Se queste attività si praticavano anche da giovani, i gesti antichi alimentano i ricordi e le emozioni. Una signora ci ha detto: «Avrò avuto 7-8 anni quando ho iniziato a fare i primi punti. Eravamo poveri e i ferri di diametro piccolo o grande, ce li passavamo tra paesane. Quando rimanevano resti delle varie matasse, si creavano maglioni variopinti, oppure le cuffie con la pallina attaccata o legata a mo’ di spago. Era bello passare i pomeriggi con quei semplici arnesi sottobraccio, mentre oggi ho trovato aiuto proprio nella lana per superare la solitudine della pandemia. Sono riuscita a preparare alcune cuffie e golf da regalare ai miei parenti». Il bisogno del tempo che fu si è trasformato in bisogno attuale, come dire che la lana fa bene due volte: a chi la maglia la fa e a chi la riceve.

14.02.2022, Ieri al Centro

   È la festa degli innamorati del mondo, delle Valli, di Ponteacco. Tanti auguri. Ieri al Centro è stata una bella domenica dove, dopo molto tempo, si sono viste persone giovani. A tutti ha fatto piacere rivedere al tavolo una persona che ha avuto qualche problema di salute. La sua guarigione è stata oggetto di affettuosità. Enzo ha festeggiato il suo compleanno offrendo ai presenti una consumazione, Franco e Marisa, sempre molto legati al paese, hanno offerto una bottiglia. Franco era così felice di essere tornato a Ponteacco, che ha cantato un brano con le sue note competenze vocali. Insomma, una bella domenica condotta da Lorenzo al quale va il ringraziamento della Pro Loco. Oggi giornata di festa per le persone che si amano. Sarà una settimana interessante, anche se di maschere, putroppo, neppure l’ombra.

10.02.2022, Antonio Dugoni, il pittore di Santa Dorotea a Ponteacco (3/3)

    Si presume che abbia lavorato intensamente con apprezzabile reputazione e discreto talento, ma senza la genialità che dona la fama e forse senza l’appoggio che avrebbe potuto favorirla. Una foto di Bront, riprodotta da una lastra precedente di fotografo veneziano, ci mostra un bell’uomo, alto, con sguardo penetrante, barba acconcia e capello scuro ondulato e non corto. Visse male, assillato dai debiti per cronica difficoltà finanziaria e complicandosi la vita fino a rendersela irrecuperabile. Durante un soggiorno a Graz il pittore si ammalò, tornò in Friuli e morì nella sua Cividale in preda all’alcol e alla pazzia, all’Ospizio di S. Maria dei Battuti annesso al vecchio ospedale, solo e dimenticato, dopo una vita travagliata e piena di stenti. Aveva appena compiuto 47 anni.

09.02.2022, Antonio Dugoni, il pittore di Santa Dorotea a Ponteacco (2/3)

    Antonio Dugoni nacque a Cividale il 1° giugno 1827 da Antonio e da Marianna Grattoni. Di famiglia poverissima fu unicamente per l’interessamento del Candotti, sacerdote e musicista, che riuscì a studiare a Udine e dal 1841 a frequentare per quattro anni l’Accademia di Venezia dove è menzionato nel registro dei premiati del 1845 per “il disegno della figura”. Sempre nel 1845 ottenne il I Premio per “l’invenzione storica” che gli valse un sussidio da parte del Comune di Cividale. Agli inizi della sua carriera lavorò a Venezia ma non riuscì mai a farsi una clientela che gli procurasse una sicurezza economica. La sua opera pittorica è caratterizzata in prevalenza da soggetti di ambito sacro e ritratti, forme che generalmente condizionano la validità estetica espressa da un artista nel processo creativo. La pala nella chiesa di Santa Dorotea a Ponteacco, imponente per le dimensioni, è un lavoro che per il suo peculiare aspetto potrebbe essere stato commissionato appositamente. Altra pala si trova nella Chiesa di San Leonardo. A Cividale nella chiesa di San Pietro ai Volti si trova una Madonna addolorata. Da evidenziare un ciclo di pitture del 1849 nel santuario di Maria Zell a Kanal, una Immacolata tra Santi a Gemona, una Via Crucis nella chiesa di Valle. Altri suoi lavori sono sparsi un po’ in tutto il Friuli. Bello il ritratto del David a Ca’ Pesaro a Venezia. Nella Galleria di palazzo Pitti a Firenze è esposto un ritratto del 1866 di Vittorio Emanuele II con una veduta di Udine sullo sfondo. Durante la Grande Guerra, sotto l’occupazione austriaca, la quasi totalità delle sue tele presenti a Cividale è andata distrutta o trafugata.

08.02.2022, Antonio Dugoni, il pittore di Santa Dorotea a Ponteacco (1/3)

   Riceviamo il seguente prezioso contributo, che pubblichiamo molto volentieri. “La vicenda di Santa Dorotea ha offerto significative suggestioni ai pittori. Quadri di artisti famosi come Guido Reni, Ambrogio Lorenzetti, Sebastiano del Piombo, Holbein e molti altri che l’hanno raffigurata con tratti di grande bellezza, sono disseminati nelle chiese e nelle più importanti gallerie d’arte d’Europa. Notevole per la delicatezza della composizione è quello di Lucas Cranach a Vienna. Tutto questo fervore testimonia come sia sempre stata una Santa molto popolare, conferma data anche dalla sua presenza nell’antico elenco dei “santi ausiliatori” ai quali era permesso rivolgere invocazioni. Dopo la realizzazione a cura della Pro Loco del depliant che illustra la chiesa a lei dedicata, vogliamo qui ricordare il pittore al quale si attribuisce, con quasi certezza, la pala che raffigura la Santa Patrona sopra l’altare. Attraverso le tracce, seppure sommarie, del suo breve e sfortunato percorso umano, lo renderemo meno sconosciuto e gli restituiremo il posto che gli spetta nella storia di Ponteacco, non fosse altro perché davanti a un suo dipinto ci soffermiamo a pregare” …

07.02.2022, La festa di ieri

   Quella di ieri è stata una bella festa della Patrona. Dopo il lockdown dell’anno scorso, finalmente abbiamo rivisto la chiesa affollata. Il parroco nell’omelia ha ricordato i valori dell’unità tra le persone e il significato del volersi bene. Ha benedetto il nuovo reliquiario della chiesa che, come si vede nella foto della home-page, non può passare inosservato. È stato posizionato sulla mensola dell’altare. Significativo è stato l’Ufar dove la generosità delle persone è proverbiale. Il Bacio della Pace era costituito dal tradizionale giro in fila dietro l’altare, dall’inchino sull’ostensorio e dalla distribuzione del santino benedetto di Santa Dorotea, mentre i Nediški puobi continuavano a cantare i brani della nostra tradizione liturgica. Poco prima della fine della messa si è svolta la processione lungo il perimetro esterno della chiesa al suono dei tonkači che hanno davvero dato il senso della festa. La giornata è terminata al Centro con un brindisi generale preparato da Marzia e Tonino, con un turno più impegnativo del solito.

06.02.2022, È la festa della Patrona, Santa Dorotea

    Le restrizioni di prevenzione sanitaria ancora in atto non ci permettono di godere la festa com’è stato fatto negli anni precedenti, ma è già qualcosa l’essere riusciti ad imbastire comunque una festa semplice, che costituisce uno dei primi appuntamenti dell’anno in programma nel calendario della Pro Loco. L’AveMaria del dì di festa ha suonato alle 06:00 e le campane suoneranno ancora per annunciare la messa delle 11:00 che sarà celebrata dal parroco e avrà valenza parrocchiale, ovvero sarà l’unica messa solenne domenicale della valle. I tonkači scampaneranno prima e dopo la funzione religiosa che vedrà l’esibizione dei Nediški puobi, un appuntamento fisso con il loro magnifico repertorio. Come abbiamo appreso dalle precedenti news, il parroco ha donato la reliquia di Santa Dorotea, collocata in un ostensorio in bronzo acquistato dalla fabbriceria della nostra chiesa e che troverà collocazione definitiva sulla mensola dell’altare. Poco prima dell’Ufar il parroco presenterà e benedirà l’ostensorio. Poco dopo si snoderà la breve processione lungo il perimetro della chiesa, dietro all’altare, per il bacio della Pace e il ritiro del santino benedetto di Dorotea. La mattinata terminerà al Centro con un brindisi tra i presenti. Ci anche la nostra Dorothea Maran che, assieme ai genitori, partecipa alla nostra festa da quando è nata. Vi attendiamo, sarete accolti con l’affetto del nostro paese.  

05.02.2022, Domani la ricorrenza di Santa Dorotea

    L’attesa festa della nostra patrona, Santa Dorotea. Nata in Cappadocia, regione storico-geografica appartenente oggi alla Turchia, venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, è la patrona di Ponteacco, dei giardinieri, dei fiorai, dei birrai e dei giovani sposi. Vergine e martire, le scritture antiche riferiscono che sarebbe nata a Cesarea di Cappadocia attorno al 290 dopo Cristo. È qui che sarebbe morta nel 305 o nel 311. Il Martirologio Geronimiano la descrive “caritatevole e sapiente”. Di fede cristiana, nonostante la giovane età Dorotea godeva già di grande fama tra la sua gente, che la considera “traboccante di fede e carità”. La sua nomea giunse fino al procuratore Sapricio, che decise di metterla alla prova chiedendole di effettuare sacrifici per gli dei pagani. Dorotea non cedette a quelle richieste e si rifiutò, ricevendo in cambio torture inenarrabili. Per convincerla ad acconsentire al sacrificio per gli dei pagani, Sapricio la affidò a due sorelle apostate, Criste e Callista. Il loro obiettivo sarebbe dovuto essere quello di convincere Dorotea ad abbandonare la fede in Cristo, ma accadde il contrario e così le due sorelle furono arse vive. Fallito il suo intento, Sapricio condannò a morte Dorotea, che mentre si recava sul luogo del suo martirio invocò in più occasioni il nome di Gesù Cristo. Lungo il cammino, l’invocazione di Dorotea fu udita daTeofilo, un avvocato pagano, che la derise dicendole: «Sposa di Cristo, mandami delle mele e delle rose dal giardino del tuo sposo». La giovane devota accettò la proposta di Teofilo e quando a lei si avvicinò un bambino poco prima della decapitazione, recante con sé tre rose e tre mele, lei lo invitò a portarle all’avvocato pagano che poco prima l’aveva derisa. Teofilo credette al prodigio e si convertì alla fede cristiana ma questo gli rimediò una denuncia a Simpricio e la stessa condanna impartita a Dorotea. Anche Teofilo fu torturato e decapitato e per questo motivo viene celebrato nello stesso giorno di Dorotea. Il suo attributo iconografico è un cesto di fiori e di frutta, in memoria di quanto accaduto con Teofilo ed esistono diverse congregazioni religiose nate in suo onore, le cui suore sono dette dorotee.

04.02.2022, Il buon sonno ripulisce il cervello

   Dormire è essenziale per la vita biologica e psichica. Dormire almeno 5 ore ogni giorno è vitale. Durante la notte abbiamo un diverso profilo ormonale e metabolico rispetto al giorno. Abbiamo una più efficiente sintesi delle proteine, l’organismo ripara i possibili danni avuti durante il giorno. Il metabolismo cellulare, energetico, il battito cardiaco, il ritmo respiratorio, la pressione arteriosa variano nella notte. Il cuore verifica il volume idrico circolante nel sistema vascolare, facendo eliminare con la diuresi notturna l’eccesso idrico circolare. Alzarsi di notte per urinare è quindi una azione positiva realizzata dal cuore per non aggravare il sistema circolatorio. Si ha la produzione di colesterolo soprattutto nel fegato, con esso abbiamo maggiore produzione notturna di testosterone e si ha un sistema nervoso autonomo più rilassato. Russare durante la notte priva il cervello del giusto volume di ossigeno, che può compromettere le funzioni cerebrali notturnee il sonno. Una riduzione di ossigeno durante la notte causa una variazione del profilo ormonale, in particolare si ha una netta riduzione di testosterone nell’uomo. Queste sono solo una descrizione di eventi fisiologici che avvengono nel nostro organismo durante la notte. Il sonno produce un vitale effetto sul nostro cervello.