10.07.2021, Lo stretto rapporto con le piante (3/4)

   La brace spenta, prodotta dalla combustione del legno di alcune piante, tritata in polvere e mischiata alla crusca aiutava gli animali colpiti da dissenteria. Era il carbone vegetale. La salvia, il rosmarino, spesso confezionati in mazzetti, si portavano quale gradito dono nelle terre dove queste piante non crescevano. Con l’arrivo delle grandi invasioni del VII-VIII secolo d.C., i nuovi occupanti iniziarono a coltivare la terra e le piante, sboscando la vasta foresta che ricopriva i nostri territori, modificando così il primitivo paesaggio silvestre. Il tiglio diventò l’albero sacro per le nostre popolazioni. In ogni piazza (Ponteacco) e nelle adiacenze delle chiese (Tiglio) vi era una grande pianta alla cui ombra si radunavano i capi famiglia per discutere. Le fronde si essiccavano per poi essere somministrate in inverno a capre e pecore perché il poco fieno era destinato alle mucche. I fiori dell’albero ancor oggi sono utilizzati per tisane sudorifere in caso di malattie da raffreddamento e come sedativi della tosse.

09.07.2021, Lo stretto rapporto con le piante (2/4)

   Naturalmente la scelta delle piante curative è determinata dalla loro capacità di contrastare i sintomi della malattia. Al tempo c’era molta confusione nella valutazione di quelli che noi oggi chiamiamo “principi attivi” e tutti facevano un po’ a loro modo. Alcune piante dal riconosciuto debole potere terapeutico erano considerate autentiche panacee, mentre altre, realmente efficaci, non avevano particolari impieghi. L’uomo, così come gli animali, nel corso del tempo ha imparato ad utilizzare determinate erbe per affrontare situazioni di emergenza. Il convento che si trovava nell’odierna casa Serafini era dotato di un orto in cui i monaci curavano espressamente alcuni tipi di piante, magari addossate al muro, rivolte verso sud, per favorirne la crescita in condizioni ottimali. Durante le epidemie, a Cividale si spargevano vapori e fumi prodotti dalla combustione di determinati arbusti odorosi, come la lavanda, oppure della cenere, sparsa su campi o prati in quanto considerata nella cultura pagana “rigeneratrice”.

08.07.2021, Lo stretto rapporto con le piante (1/4)

   Nelle nostre Valli, nel nostro paese, le piante hanno sempre avuto un ruolo fondamentale, sia per la cura del corpo che per l’utilizzo nella vita quotidiana. I nostri avi avevano un rapporto di stima, di “venerazione” per le piante che erano parte della vita quotidiana e ad esse, ad esempio, molti rivolgevano addirittura il saluto. l’argomento è di vasta portata, ci sono studi universitari, tesi di laurea, decine e decine di libri contenenti quest’argomento, pertanto questa rubrica può solo fare degli accenni in due appuntamenti, senza alcuna pretesa di essere esaustivi poiché si può discutere di storia delle terapie antiche e popolari così come l’uso di questi vegetali nella vita di tutti i giorni. La cura di malattie del corpo con l’uso di principi ricavati esclusivamente dalle essenze vegetali ha radici remote (secondo la Genesi sono ben 37 le piante conosciute e catalogate a scopo terapeutico) e costituiscono il rimedio istintivo per eccellenza. Già il medico Galeno (II secolo d.C.) classificò una lunga serie di rimedia base vegetale. Indicò miscele complesse con molti principi attivi ricavati dalle piante, i cosiddetti prodotti galenici, preparati dai farmacisti.

07.07.2021, La triste storia di Ottavia

   Classe 1940, era una bambina di una dolcezza unica, sempre con il sorriso, sempre in compagnia della mamma. Era figlia di Mirco Birtig, il fratello più anziano della numerosa famiglia di Faustino, Bruno, Fiorello, Marcello, quindi cugina di Graziella, Renzo, Palmiro, Nives. Nacque nella casa di Ersilia, che era l’abitazione di famiglia. Gli anni erano molto duri, si stava avvicinando la II guerra mondiale con tutti i suoi disastri economici e umani. Ottavia si ammalò e le cure a Udine in quei tempi erano tutte a carico delle famiglie, costi che per molti erano insostenibili. Pur di curarsi, molti vendettero campi, mucche, cavalli. La bambina aveva compiuto da poco otto anni, quando il verdetto dei medici risultò raggelante: leucemia. Per non gravare economicamente sulla famiglia, considerato il male irreversibile, dimisero la bambina affidandola alle cure domiciliari. Non c’era più niente da fare. Con il passare del tempo le condizioni di salute della bambina peggiorarono di giorno in giorno. Proprio in quei giorni di grande speranza e di preghiere, transitò per Ponteacco la statua della Madonna del Rosario, che dal santuario di Gemona passava una volta all’anno di paese in paese in tutto il Friuli. Arrivata sul carro in piazza della Cappella, accompagnata dai bambini e dagli uomini, fu portata fino alla casa di Mirco. Nessuno dimenticò il viso malato di Ottavia, che con la sua candida manina e forse con le sue ultime forze, salutò la Madonna e sorrise ai presenti. Tutti chiesero alla Madonna la sua intercessione per salvare la piccola. Purtroppo morì due giorni dopo, tra le braccia della mamma. Ancor oggi c’è un fiore sulla sua tomba.

06.07.2021, La benedizione delle case

   Era preannunciata in chiesa, durante la messa domenicale. Un appuntamento con la tradizione che, dopo una pausa di alcuni anni, riprende con il nuovo parroco, don Alessandro, molto sensibile alla religiosità di un tempo che va riscoperta, che è stata vissuta con entusiasmo e dedizione dai nostri nonni. Infatti, la benedizione delle case consiste in una piccola cerimonia in cui il sacerdote chiede l’intercessione del Creatore affinché conservi in salute i membri della casa e protegga l’abitazione da ogni ipotetica malasorte. L’ultima volta che il parroco ha apposto con il gesso il cristogramma “IHS” risale a più di 10 anni fa, quando don Mario era ancora in salute. In passato era un giorno assai atteso. Le abitazioni si presentavano linde, i pavimenti erano stati lavati e grattati con la varechina, i copriletto erano candidi, gli asciugamani in lino sul trespolo del catino facevano la loro bella figura. E sì, perché oltre alla stanza principale del pian terreno, il parroco “visitava” anche le camere, affinché in esse non si consumassero le tentazioni del peccato e per verificare se sopra la spalliera del letto ci fosse un’immagine sacra, la preferita era quella della Madonna con Bambino, ritratta di profilo. Il parroco era accompagnato dal mežnar, il nonzolo, che portava con sé la porta-acquasantiera e l’aspersorio. La padrona di casa lasciava un’offerta libera ai due ospiti, un po’ più contenuta per il sacrestano.

05.07.2021, Ieri al Centro

   «Fino a mezzogiorno pensavo venisse nessuno. Avevo acquistato il pane per le consuete tartine, ma da mezzogiorno in poi il Centro si è pian piano affollato, fino all’ora di chiusura. È andata bene!», questo è il commento di Lorenzo che ieri ha terminato il suo turno poco dopo le 13:00. E ne ha fatte di tartine, sia con il salame, sia con il formaggio. Tutti contenti per una domenica dal tempo non splendente, con poca gente al fiume e, in generale, con traffico piuttosto contenuto. Oggi il parroco ripristinerà una tradizione ferma da anni, la benedizione delle case. Nella “home page”, scorrendola fino in fondo, nella sezione “Volantini” si può vedere la piantina preparata dal parroco, la data e gli orari di benedizione, con le istruzioni in caso di assenza. Ci occuperemo di questa tradizione nella news di domani. Complimenti a Lorenzo, domenica prossima sarà la volta di Graziella, che sarà raggiunta un po’ più tardi da Marcello. Auguriamo una settimana stupenda, per chi è già in vacanza, per chi le sta programmando e per le lettrici e lettori che sono a casa.

01.07.2021, Dopo le api, le vespe.

   Non piacciono quasi a nessuno. Colpa, certo, delle loro punture dolorose, anche letali per chi è allergico. Eppure questi insetti alcuni meriti li hanno, e non sono neppure pochi. Sono oltre trentamila specie, del gruppo “Aculeata”, di cui fanno parte anche api e formiche: della loro importanza ecologica parlano oltre cinquecento studi di varie università del mondo. Nell’ambito della ricerca, l’interesse e i finanziamenti sono rivolti soprattutto allo studio delle api, alle quali tutti riconoscono l’indubbia importanza nell’impollinazione. Ma le vespe non sono da meno. Come ben sappiamo, i due insetti si distinguono da alcuni dettagli. Le api sono tozze e appaiono ricoperte da peluria, le vespe sono più snelle, senza peli, con strisce gialle e nere. Come le api, volano di fiore in fiore e impollinano quasi mille specie vegetali e cento di queste dipendono proprio dallo scambio del polline. Amano visitare le orchidee, meli, zucche, senape con una precisione simile a quella dei bombi. Le vespe sono predatrici: tengono sotto controllo le popolazioni di insetti, ragni ed altri invertebrati. Inseguono soprattutto gli zuccheri, con i quali nutrono le larve. Da noi le vespe ci sono sempre state. Ci liberano da insetti fastidiosi, come i calabroni che cercano nido proprio in questa stagione. Sono un’ottima arma biologica per combattere i parassiti. Anch’esse sono minacciate dai pesticidi ed è una specie che si adatta anche in città. Il loro veleno, iniettato con dolorose punture, contiene molecole antibiotiche che potrebbero tornarci utili contro i batteri super-resistenti e sostanze antitumorali, come la proteina “mastoparan”. Chissà se in un prossimo futuro le vespe aiuteranno a curare alcune leucemie, mielomi e carcinomi mammari. Quindi evitiamo di ucciderle!

30.06.2021, Assemblea dei Soci: Relazione del Presidente (2/2)

   Oltre a questo, la consueta vita di Pro Loco costituita da varie voci: la festa di Santa Dorotea che tiene viva la tradizione che si perde nella notte dei tempi, la IV d’Agosto, le riunioni periodiche del Consiglio, le gite, la nostra presenza nei social, in TV. Come si può restare indifferenti o passivi davanti al nostro sforzo? Vorremmo stimolare un’autocritica. L’uomo è un essere sociale, un membro di una tribù e un evento che succede, deve riguardare tutti gli altri componenti. Anita avrebbe festeggiato fra tre giorni (oggi) 100 anni. È un dispiacere di tutti, non solo dei familiari, sapere che non è più con noi. Lasciamo stare il “era vecchia, ha vissuto…”. Ci sarebbe stata una bella festa alla quale tutti sarebbero stati invitati. Si va nel personale? Sì, si va nel personale, perché Ponteacco è fatto di persone. Le nostre iniziative, le nostre foto, le nostre notizie raggiungono anche chi abita fuori, da Vicenza ad Amsterdam, da Dusseldorf a Roma, da Liegi ad Amburgo e tanti altri sparsi nel mondo. Ci incoraggiano con il loro sostegno. Usciamo anche noi da un anno catastrofico. Sappiamo tutti cos’è successo. Siamo stati travolti in un’esperiernza che mai avremmo immaginato e che ha influito anche sulla vita della nostra Pro Loco. Come? Chiusura forzata, assenza di occasioni d’incontro, tesseramento ridotto di due terzi, iniziative congelate, Centro desolatamente chiuso, che ha costretto alla cancellazione di ogni iniziativa. Eppure, in questa visione desertica, la vita è proseguita in forme diverse, con la scambio continuo di messaggi, con notizie e foto pubblicate. Siamo rimasti presenti e anche uniti nonostante le difficoltà. Prova ne è il ritrovato entusiasmo di ritrovarci da un paio di domeniche, di riscoprire la voglia di stare assieme. Un anno che ha messo a dura prova la tenuta della nostra Associazione, sotto l’aspetto gestionale, con obblighi economico-finanziari da rispettare e rispettati, con scadenze fiscali, con la manutenzione puntuale degli ambiti. Spese consistenti per la nostra realtà, con entrate non dimezzate, addirittura sostanzialmente ridotte. Abbiamo tenuto grazie al contributo dei soci, all’avanzo delle gestioni precedenti. Il merito di questa oculata gestione dei conti è di Patrizia e Claudia, a cui vanno il nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza. Si riaprono prospettive che parevano appartenenti al passato, ci sono molte iniziative che stanno per partire come il progetto di fattibilità del nuovo sentiero che collegherà la sorgente della Barovza con quella del Kofadar, la prosecuzione della pista ciclo-pedonale San Pietro-Ponteacco-Tiglio che ci coinvolge, considerata la concreta sintonia che ci lega con l’amministrazione comunale nella persona del sindaco e la giunta. Il Consiglio preferisce al momento mantenere un profilo basso, affiché la programmazione non si trasformi in un “pozzo dei desideri”.

29.06.2021, Assemblea dei Soci: la relazione del Presidente (1/2)

   È la 13/a assemblea ed è un lontano ricordo la prima, quella del 2009 che ha approvato lo Statuto, che con alcune modifiche dettate dalla normativa, ci vede ancora uniti e quanto mai motivati. Proprio l’altro giorno, insieme alla vicepresidente, ci siamo soffermati sul gran numero di soci che sono mancati in questi ultimi 12 anni. Persone che non ci sono più, che hanno lasciato un vuoto immenso, scomparse, che hanno toccato gli affetti di tutti e che sono e rimangono presenti nella nostra memoria. Ci sono stati numerosi arrivi che ci fanno guardare al futuro con ottimismo. Molte case, prima vuote, oggi si sono ripopolate, dando al paese quella vitalità necessaria. Auspichiamo una partecipazione attiva nelle scelte e nella realizzazione dei progetti che avremo la capacità di proporre. È necessaria la presenza di tutti e dopo tanti anni, non riusciamo ancora a comprendere come una parte del paese non abbia ancora avuto il bisogno di scoprire quanto sia importante un’istituzione come la nostra, che opera nell’interesse di tutti. Si parla molto di volontariato, ma la platea va allargata, non dev’essere il solito micro-gruppo che traina. Sono necessarie risorse: nelle scelte, nei lavori, anche nelle fatiche. Investire anche un po’ del proprio tempo in un’associazione come la nostra dà soddisfazione, anche se tutti siamo occupati in faccende private, che ci rendono estranei l’uno dall’altro. Uno degli scopi della nostra Pro loco è quello di unire, di fare scelte nell’interesse di tutti. Sono tanti i progetti e i traguardi che sono stati realizzati e raggiunti. Si possono fare tante altre cose. In questi 12 anni abbiamo trasformato il paese, contribuendo al miglioramento della vita di tutti noi, contribuendo al miglioramento del suo aspetto. Ponteacco in questi anni ha ottenuto maggiore visibilità: il Centro visite Mulino, la sistemazione del sito preistorico che oggi vede una lenta rinascita della presenza studentesca. Un luogo decantato da studenti, turisti e bagnati; la manifestazione “Ponteacco sotto le Stelle” e il presepio, che hanno rinnovato di anno in anno il successo della prima edizione; la distribuzione del Pane dell’Epifania di casa per casa; il recente mercatino che ha richiamato un interesse inatteso. …

28.06.2021, Ieri al Centro

L’Assemblea generale dei Soci è stato l’appuntamento principale di ieri. Non molti i soci presenti, alcune assenze giustificate anche tra i Consiglieri, l’adunanza ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2020 e preventivo 2021. Marcello era assente, pertanto mancava il suo tradizionale “no”, a prescindere. La relazione del Presidente sarà pubblicata domani e dopodomani. In essa è stato sottolineato il ruolo della Pro Loco, fatta di persone, organismo attivo e presente 365 giorni all’anno. Il Consiglio ha volutamente tenuto un profilo basso sulle iniziative previste per la seconda parte dell’anno, considerata la delusione per i mancati obiettivi dello scorso anno, a causa dell’emergenza sanitaria. Ospite dell’Assemblea è stato Gian Franco Specia, presidente del Consorzio fra le Pro Loco “Torre-Natisone” e presidente della Pro Loco Valle di Soffumbergo (Faedis). Il suo intervento ha ribadito l’importanza del nostro lavoro e ha sottolineato il ruolo importante delle Pro Loco sul territorio. È intervenuto Tiziano Onesti nel suo ruolo di presidente del Collegio dei Revisori dei Conti che ha lodato la precisione la puntualità della gestione economico-finanziaria. Nel suo saluto, il Sindaco ha ribadito l’eccellente rapporto di collaborazione tra il Comune e la Pro Loco, costituito da una condivisione di valori e obiettivi, La domenica mattina è terminata con la degustazione degli gnocchi preparati da Graziella, mentre Giovanni Culvan, nonno per la quarta volta, ha offerto ai presenti un brindisi in onore del nipote nato da pochi giorni. Una domenica vivace, molta gente al fiume, conclusa con una festa privata al Centro: un compleanno di bambini con numerosi genitori giovani.