01.03.2020, Maglia e uncinetto (2/2).

Quanti soldi si risparmiavano con i maglioni un po’ abbondanti per il primogenito, che poi li passava al secondo o terzogenito! E c’era una piccola economia legata al gomitolo: le signore si recavano a Cividale, sotto i portici, acquistavano la lana e gli accessori. In varie case del paese c’erano dei cilindretti con all’interno un campionario di aghi/ferri lunghi, meno lunghi, più grossi, più sottili e un piccolo mazzetto di uncinetti da utilizzare sia per la lana che per il cotone. Il lavoro a maglia ha dato molte soddisfazioni alle nostre mamme o nonne perché ogni maglione o “skùfa” prodotti avevano la loro storia, il loro impegno. Un’arte straordinaria, un toccasana per rilassare la mente oberata da mille impegni e preoccupazioni per sbarcare il lunario. La Lisa faceva anche gli scialli, la Anna i calzettoni, la Graziana e la Ada elaborati maglioni con le trecce in rilievo, solo per citarne alcune. Oggi il lavoro a maglia potrebbe essere considerato una home-therapy perché aiuta a rilassare le persone che sferruzzano. Sì, diritto e rovescio, riannodando … i fili della vita.  

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