01.09.2021, L’armadio della maestra Leni (1/2)

   Per un bambino o per una scolaresca, non c’è nulla di più misterioso di un armadio chiuso, in classe, posto alle spalle dei ragazzi, addossato al muro di fronte alla maestra. Unico mobile oltre alla cattedra, ai banchi e alla lavagna. Piccola premessa: l’aula di prima e seconda elementare della scuola di Ponteacco era al pian terreno. All’ingresso, sulla sinistra c’era la stufa di terracotta a tre elementi. La stanza aveva un pavimento in legno con molte fughe di varia ampiezza e dimensione. Prima dell’arrivo dell’insegnante, l’allegra comitiva si divertiva a saltare su questo pavimento malconcio, sollevando polvere per mezzo metro d’altezza. Un ragazzino di guardia avvisava i compagni dell’arrivo della maestra e in pochi secondi tutti prendevano posto al proprio banco, a coppia, con anta superiore ribaltabile, con il calamaio che la bidella riempiva di inchiostro. E c’era quest’armadio color verde-muschio, una vernice non lucida, ma opaca. La maestra lo utilizzava per riporre o prelevare gli oggetti destinati alla didattica e ogni volta che lo apriva, tutta la scolaresca osservava con curiosità il contenuto di questo mobile apparentemente immenso, forse di reali, normali dimensioni. Un giorno la maestra Leni lo lasciò distrattamente aperto e l’indomani i salti programmati sul pavimento si trasformarono in un’avventurosa esplorazione di questo suppellettile. Una distrazione davvero inconsueta per una maestra molto precisa e accorta. Chissà cosa c’era dentro? …

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