Quella di oggi è una ricorrenza molto antica, legata al 40° giorno dalla nascita di Gesù. Si chiama Candelora proprio per le sue candele benedette. La festività è diventata nel tempo un’autentica soglia di purificazione e di passaggio che porta al periodo quaresimale. La luce delle candele benedette accese proprio il 02 febbraio avevano un profondo significato magico e sacro. La fiamma benedetta nel buio dell’inverno (Benedictio novi luminis, oppure ignis novi come si recitava qui a Ponteacco) era il ridestarsi della vita nelle oscurità dell’inverno per misteriosa grazia divina, il muoversi delle fiamme del fuoco della nuova vita purificata. Le candele benedette si portavano a casa, si sistemavano in cucina, si custodivano nell’armadio, un moncherino lo si portava in stalla ed erano accese in momenti di pericolo come durante i furiosi temporali estivi, le calamità naturali, le epidemie, durante un parto difficile o l’agonia di un moribondo. È proprio da quella lunga tradizione che in molte case del paese c’è l’abitudine di accendere una candela per “aiutare” la buona sorte in caso di un esame difficile, di un viaggio rischioso … Molti significati di questa bella festa si sono persi nel tempo, una data che era molto attesa. In chiesa o in cappella, qui in paese, si assisteva alla messa, mentre l’indomani si raggiungeva Sorzento per onorare San Biagio e chiedere la protezione della gola.