Al male metafisico e spirituale gli abitanti delle Valli contrapponevano soprattutto i rimedi “sacri”. Si trattava di veri e propri amuleti di protezione, verbali, gestuali, grafici e materiali approvati dalla Chiesa che metteva il proprio ingombrante zampino in tutta la sfera della vita. Si trattava di oggetti o atteggiamenti che avevano attinenza con il “religioso”. La credenza popolare riponeva negli amuleti, seppur inconsciamente, il principio magico della “simpatia” e della “similarità”, per cui il simile produce il simile. Calcoliamo che ancor oggi un terzo dell’Italia gira con i cornetti rossi in tasca, con il santino di San Gennario, quello del sangue sciolto. Uno tra i simboli più diffusi e ancora praticati era ed è il segno della croce. Era data molta importanza all’acqua santa, che si benediceva durante la settimana santa e soprattutto nella veglia pasquale. ll liquido sacro era usato per i consueti fini ecclesiastici come aspersioni, battesimi, funerali, nonché per la benedizione esterna delle persone, degli animali e delle cose come campi, inaugurazioni di edifici, benedizione delle case. Quasi tutte le famiglie ne possedevano una bottiglietta.