La corsa migliorerebbe anche la salute del nostro cervello: gli individui più sportivi hanno un ippocampo più grande e migliore memoria. La chiave di questa sensazionale opportunità salutistica è data da un fattore ormonale, prodotto dai muscoli per bruciare i grassi, che nel cervello stimola la crescita di nuovi neuroni. Se i muscoli rimangono inattivi, scende il livello dell’ormone “Bdnf” e il cervello ne risente. I muscoli sotto sforzo producono anche la serotonina e dopamina che sono noti neurotrasmettitori responsabili del benessere mentale. «Sostanzialmente il modo con cui il nostro corpo ci premia quando facciamo attività utili alla sopravvivenza, come il mangiare o, appunto, il correre», sostiene Matteo al quale chiediamo: «Può la corsa diventare una dipendenza?», «Basta non esagerare, basta non danneggiare i muscoli, i legamenti e le ossa. Secondo le mie ricerche, condivise da tutti gli esperti in scienze motorie, è necessario apprendere un tipo di movimenti e di allenamento graduali, adatti a noi e imparare a distinguere il dolore dalla fatica. Il dolore ci invita a stare attenti, a non farci del male per non subire danni. Acquisire queste conoscenze è molto più importante che spendere cifre esagerate per scarpe hi-tech», conclude Matteo che, nel periodo del lockdown e post-lockdown non ha mai perso l’appuntamento quotidiano con la corsa, senza esagerare, tonificando corpo e anima. Lo ringraziamo per le “dritte”.