“Ricordo che nel ’48 i nostri primi giorni di scuola li abbiamo passati nel “Zalon” di Riccardo, il padre di Olinto, Antonietta, Valentina e Giorgio. Dopo poco tempo ci hanno mandato nella casa di Emaz. Si entrava dalla parte della strada, ovvero di fronte alla cappella. Mancanza di servizi igienici e gran freddo dappertutto. Tutti contenti di poter andare nella nuova scuola, dove c’ erano 3 aule, con tanti scolari , fra cui alcuni multi-ripetenti. C’erano i gabinetti, con lo sciacquone, le stufe, anche se scaldavano pochissimo e solo la maestra ne godeva il tepore se stava installata in piedi davanti alla stufa. Bisognava stare attenti a non versare l’ inchiostro e ad asciugare bene le pagine con la “carta asciugante”, o carta assorbente. Il primo giorno di scuola avevamo nella cartella (chi aveva la fortuna d’ averla): sussidiario, due quaderni e un astuccio contenente penna, pennini, matita e gomma. Qualcuno aveva una scatola di colori, da sei o -raramente- dodici. Erano drammi quando si guastava il pennino o era finito il quaderno. Erano piccoli attacchi alle scarse finanze della famiglia. Non si faceva sport e raramente uscivamo durante la ricreazione. Eravamo contenti quando avevano introdotto il pranzo che si consumava nel corridoio tutti assieme”.