La guerra in Ucraina ha causato nella popolazione un considerevole disorientamento. Anche in paese è un argomento molto attuale, dal suo inizio. Si fanno commenti sui servizi giornalistici, sull’andirivieni di aerei da guerra che passano quasi ogni notte sopra le nostre teste, sulla presenza della base militare americana a poche decine di km in linea d’aria da noi e che potrebbe essefre un obiettivo potrenzialmente sensibile. Eppure, nonostante tutto, la maggior parte della popolazione non percepisce come nemici né i russi, né gli ucraini. Dopo aver vissuto quasi da vicino la dissoluzione della Jugoslavia, con i massacri di Sarajevo e Srebrenica, davanti alle immagini di Mariupol distrutta, non ci capacitiamo che la storia possa retrocedere, quasi “arrotolarsi” su se stessa con un tappeto incapace di rimanere steso. Fatichiamo a prendere atto della violenza, della barbarie, della perdita di vite umane, della distruzione di tutto l’edificato, del patimento dei sopravvissuti semplicemente perché non eravamo pronti, non davamo spazio nella nostra mente a situazioni così gravi. Abbiamo peccato di cinismo, oppure di ingenuità? …