Dava soddisfazione anche la produzione di legna da ardere, di cui le Valli sono note ancor oggi con le molte imprese dedite all’utilizzazione forestale. Fino al 1918, l’Impero fu un ottimo “cliente” per l’acquisto di faggio, portato a destinazione in tronchi, sempre con l’utilizzo di zattere per favorire la quantità non paragonabile ai limitati trasporti con il carro trainato da cavalli. Monfalcone rappresentava il porto d’arrivo e di smistamento del legname in fluitazione lungo l’Isonzo e suoi affluenti. Si svolgeva settimanalmente un mercato della legna da ardere, impostato sul “chi offre di più”. L’attività di utilizzazione delle risorse forestali contribuiva alla vita, alla cultura e al benessere dei paesi valligiani. La circolazione di una certa ricchezza è evidenziata dal fatto che le nostre comunità, lontane ore o giorni di cammino dai centri più importanti, potevano commissionare per le loro chiese affreschi, pale, altari e altri oggetti d’arte per le chiese votive.