(Articolo di Elvira C.)
Come si intuisce facilmente, la parola “sagra” deriva dall’aggettivo “sacro”, poiché nasce come festa che celebra solitamente la dedicazione della chiesa principale del paese. Perché ci possono essere però due date in cui ricorre la sagra? Nel corso dei secoli, poteva accadere che nella chiesa avvenissero dei fatti tragici, come un incendio o violenze, e questo richiedeva una nuova dedicazione e riconsacrazione vescovile, che non sempre cadeva nella tradizionale giornata di festa paesana. Da sempre, già dall'origine del cristianesimo friulano di derivazione aquileiese, ogni festa della dedicazione comprendeva anche il pasto comunitario e il ballo. Con il passare dei secoli, i vescovi e il clero iniziarono a contrastare queste manifestazioni, considerate “corporali” e non “spirituali”. I numerosi documenti che attestano disposizioni che proibiscono i balli durante le sagre, testimoniano la diffusione di questa tradizione, che si perpetuò anche grazie a disposizioni dei nobili locali, che le autorizzavano andando contro le disposizioni vescovili. Tuttavia le scomuniche per i nobili e le prediche martellanti per il popolo, riuscirono alla fine a bloccare quasi del tutto tali manifestazioni. In Friuli nei primi decenni dell’Ottocento, c’erano pochissime feste da ballo sulle pubbliche piazze ed esse dovevano sempre avere l’autorizzazione della locale Amministrazione Comunale, anche a causa delle ulteriori restrizioni emanate dal governo austriaco, che reputava i balli e giochi di paese non solo scandalosi, ma causa di disordini e atti pericolosi. Venivano concessi i balli solamente dopo le funzioni religiose serali ed entro le dieci di sera, sotto il controllo di un uomo prescelto. In questo clima di proibizioni gli esercenti di osterie riuscivano spesso ad ottenere autorizzazioni per balli da farsi all’interno dei loro locali o dei loro cortili, al fine di nascondere agli occhi dei minori, scene considerate deplorevoli. E così tra la fine Ottocento e gli inizi Novecento il ballo delle sagre avveniva quasi esclusivamente nelle osterie dei villaggi, mentre le piazze furono occupate da giochi e bancarelle. Questo portò a dare sempre più rilevanza alla vendita dei prodotti locali, influenzando così il nome di alcune sagre, che non erano dedicate più ad un santo, ma alle pere, alle rane e così via.