Negli anni Settanta, esattamente nel 1976, iniziò l’attività delle radio private, un autentico ciclo storico che fu palestra del linguaggio libero, un’autentica rottura con quello politico, istituzionale e unitario dei noiosi programmi RAI. La monopolizzazione dell’etere si infranse grazie a un sentenza della Corte costituzionale e le radio “pirata” furono al centro della vita dei “Seventies”. Le radio decretarono la libertà della parola, mentre si stava preparando la libertà delle immagini con l’arrivo delle TV private con i “Drive in” degli ’80. La RAI, ultima in Europa, passò al colore il 1° febbraio 1977, celebrato come una conquista. La vita in paese scorreva tranquilla. La piazza della cappella era il fulcro delle attività e della socializzazione. La sera permetteva lunghe conversazioni sul ciòk e sulle panchine della piazza: si parlava di tutto, era una passerella sullo spaccato della vita e delle persone. Il bar e il negozio svolsero un incarico sociale senza precedenti. Dopo il buio degli anni ’90 e ’00, dove Ponteacco era diventato un semplice dormitorio, oggi la Pro Loco eredita l’importanza di quel ruolo di aggregazione, del quale tutti ne abbiamo bisogno.