04.11.2024   I quaranta anni della Scuola Bilingue e la figura del suo fondatore Paolo Petricig.

(Articolo di Marina P./  prima parte, 1 di 2)

Sabato 5 ottobre presso Santa Maria dei Battuti a Cividale si è tenuta l’inaugurazione della mostra documentaria per il 40° anniversario della scuola bilingue di San Pietro al Natisone “ La scuola di Paolo – Pavlova šola”. Nel corso di questo anno scolastico sono previste diverse iniziative per i festeggiamenti di questa importante ricorrenza. Ad iniziare, oltre alla mostra dedicata, c’è stata la visita ufficiale della Presidente della Repubblica di Slovenia, signora Nataša Pirc Musar,  tenutasi il 15 di ottobre, che, oltre a visitare la scuola, ha anche incontrato vari esponenti delle istituzioni locali, regionali e statali nella sede del Municipio. Ha inoltre incontrato alcuni esponenti di aziende locali (come ad esempio le “Donne della Benečia”) che le hanno presentato i prodotti delle nostre valli. Passiamo ora alla figura di Paolo Petricig. Paolo Petricig (6.2.1929-10.8.2005) fu insegnante, educatore, artista, politico, saggista, instancabile organizzatore culturale. Ideatore e fondatore della Scuola bilingue di San Pietro al Natisone. Tra il 1975 e il 1985 svolse il ruolo di consigliere provinciale a Udine. Nel 1972 con un gruppo di amici e collaboratori fondò il Centro studi Nediža, associazione che si proponeva di affrontare lo studio della Slavia friulana nei suoi vari aspetti, di diffondere i risultati delle ricerche relative a questo territorio e di individuare possibili interventi per il miglioramento della situazione socio-economica dell’area di confine in Provincia di Udine e per la sua valorizzazione culturale. In questo contesto organizzò dapprima diversi cicli di conferenze, con cadenza annuale, denominati Benečanski kulturni dnevi / Incontri culturali della Benecia, cui parteciparono studiosi di diverse discipline sia italiani che sloveni (dal 1973 al 1992), mentre nel 1974 ideò il primo concorso dialettale Moja vas, attraverso il quale bambini e ragazzi in età scolare, cimentandosi con la scrittura in dialetto sloveno, potessero recuperarne progressivamente la padronanza e l’uso.

Nella foto Paolo Petricig

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