Nell‘intervento di ieri sera in tv il premier è stato chiaro: gli studenti ritorneranno a scuola il prossimo 07 gennaio. Niente divide le famiglie, in questi periodi, come il tema della DAD, la Didattica a distanza che coinvolge numerosi studenti anche del nostro paese: ai genitori preoccupati per i possibili contagi a scuola si contrappongono quelli che dalla Dad temono ricadute sulla preparazione e quindi sul futuro dei propri figli, con il rischio di avere “figli asini”, a rischio, incapaci di affrontare il domani. La presenza fisica di alunni e insegnanti è fondamentale soprattutto per le scuole del primo ciclo, che coprono gli anni di maggiore plasticità cerebrale dell’alunno: perdere sei mesi di presenza scolastica quando si hanno tra i sei e i docici anni è molto peggio che perderli quando si è alle superiori. In tale periodo si formano lacune e incertezze che potrebbero risultare irrecuperabili nel futuro. C’è chi alle superiori oggi scrive “cè, cosè, là al posto dell”l’ha”. Cosa sarà dei nostri ragazzi con questo prolungato vuoto formativo? Questo è quanto si chiedono i genitori responsabili, ai quali sta a cuore la vita dei propri figli.