Giunti nei pressi di Dornberk (a quel tempo “Dorimbergo” o “Montespino”) uno zelante spione del luogo comunicò la presenza di questi due giovani intenti ad attraversare il paese dopo aver probabilmente dormito in qualche ricovero di fortuna. Vista la mal parata, Ennio intuendo ciò che stava per accadere, riuscì a scappare ed evitare l’arresto che considerata la sua giovane età poteva trasformarsi in automatica condanna a morte. Con grande difficoltà, nominando Caporetto o Tolmino, riuscì ad avere le giuste indicazioni del percorso ed arrivare a casa dopo 14 giorni di marcia e con grandi rischi di essere nuovamente catturato. Ennio, angosciato per la sorte della sorella, non si fidava di alcuna persona incontrata. Un ragazzino di 12 anni alle prese con la fame, con il terrore negli occhi ed un immenso coraggio, dovette affrontare notti di paura e pian-piano tornare a casa e raccontare a papà Beniamino le circostanze della cattura della sorella. Le prime tracce di Elda si confondono. Secondo alcuni, fu rinchiusa a Trieste, secondo altri a Gorizia. Può anche darsi che lei stessa non sapesse se Trieste o Gorizia. Da qui partiva un treno composto da carri-bestiame che dopo 5 giorni di viaggio, senza sosta, senza mangiare o bere, la portarono ad Auschwitz …