05.06.2022, Ladruncoli di ciliegie (2/2)

   In un campo che poteva essere dalle parti di Enzo o nelle vicinanze, Celesta era proprietaria di un favoloso ciliegio dai frutti di una squisitezza proverbiale. Probabilmente chiederle il permesso di salire sull’albero sarebbe stato quantomeno un gesto di cortesia. Ma l’impossessarsi di ciliegie “arraffate”, dava quel gusto in più a quei frutti tanto desiderati. L’albero era facilmente accessibile e due ragazzini del tempo, Antonino e Michele, ben pensarono di appoggiare alla pianta la bicicletta per agevolare la salita del tronco e il posizionamento tra i rami. A metà scorpacciata, videro ormai vicina Celesta, che colse sul fatto i giovani ladruncoli. Vedendoli tra i rami e senza dire mezza parola prese la bicicletta e se la portò a casa, dello stile: «a-gha, bojo paršlì dòngia!». Una scelta spietata, ma molto efficace ai fini dell’educazione dei due scaltri ragazzini. La bici era di Drei e andava ripresa. Il nipote Michele dovette affrontare Celesta chiedendo la restituzione della bicicletta. La signora gli disse: «La bici te la restituisco, ma ti devi inginocchiare davanti a me, con le mani giunte, chiedermi scusa e promettermi di non andare più a prendere ciliegie senza il mio permesso». Si trattò di una richiesta senz’altro umiliante, che fu accettata ad occhi chiusi con il vantaggio che i due mai più misero piede tra i rami di quel favoloso ciliegio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *