C’è poco da essere fieri di avere una “capitale”, Roma, che è la città più sporca d’Europa, Un pelino meglio del Cairo o di Calcutta, con gente che indossa mutande anche da 200 euro e passeggia indisturbata tra cumuli di immondizia con fetori che invitano virus quali il colera e il tifo, com’è avvenuto nella città di Napoli negli anni ’70. Due Italie, separate anche nella gestione delle immondizie con l’aggravante di un detto che si sente spesso in giro: “Capitale sporca, nazione infetta”. Un detto che, grazie al cielo, non ci riguarda. I simpatici romani sgranano gli occhi quando sentono che nel Friuli occidentale, laddove non c’è ancora il servizio di raccolta porta-a-porta, il vetro è inserito nella campana a seconda del colore, risparmiando così sull’energia per la fusione e producendo meno scarti. Da noi siamo messi benissimo con il riciclo, anche se si potrebbe fare ancora meglio …