Ultima parte delle tre notizie inviateci da una nostra lettriche che ringraziamo: “Alla fine di ottobre o inizi di novembre erano stati fatti quasi tutti i lavori: spannocchiare, tagliare a pezzetti le mele e fatte seccare, sistemare le prugne secche, preparare “il guardaroba” invernale. Le mamme che sapevano cucire, con le loro macchine da cucito facevano veri miracoli. I cappotti e le giacche venivano rivoltati. Quando il tessuto era troppo consumato ,se ne usava una parte per fare una gonna. Le maglie venivano disfatte e anche con lane di colori diversi, si facevano nuove maglie. Spesso i bambini portavano pantaloni corti anche d’ inverno e le bambine non portavano pantaloni, ma gonne e vestiti. I primogeniti erano fortunati, perché avevano vestiti nuovi o quasi (spesso ricevuti da cugini più grandi). I fratelli e le sorelle dovevano accontentarsi di portare gli abiti smessi. Pochi possedevano un cappotto . Le donne usavano uno scialle, grande e nero. Tutto veniva riciclato. Non conoscevamo la parola ” spreco”. Al giorno d’ oggi vediamo che molti giovani, e meno giovani, portano pantaloni strappati, orgogliosi di sembrare poveri. Più grandi e vistosi sono gli strappi, più si viene ammirati”.