06.11.2021, Le Quattro Tempora (2/3)

   La diffusione e l’affermazione delle Tempora avvenne con il Patriarcato d’Aquileia che le collocò in modo più preciso. Si celebravano la prima domenica di Quaresima (Reminiscere), l’ottava di Pentecoste (Trinitatis), nella terza settimana di settembre (Crucis) e nella terza settimana dell’Avvento (Luciæ), fermo restando il digiuno del venerdì. Le Tempora nelle Valli non celebravano solo i prodotti della terra nel momento del loro raccolto più o meno abbondante, ma erano l’occasione in cui si rendeva gioiosamente grazie al Creatore e alla Provvidenza per i beni ricevuti. Questo è il motivo per cui le date delle Tempora non coincidono con il cambio cronologico delle stagioni, ma le anticipano. Coincidevano anche con l’ordinazione sacerdotale che avveniva nella basilica di Aquileia. I Patriarchi hanno lasciato una vasta documentazione sui discorsi liturgici tenuti durante la celebrazione delle Tempora. Il digiuno e la penitenza delle Tempora sono sempre stati l’alimento della virtù (definizione di san Leone Magno). Sacrificio che è fonte di pensieri casti, di risoluzioni sapienti, di consigli salutari: oggi si direbbe “un reset” dello spirito e dell’anima. La carne muore ai desideri della concupiscenza e lo spirito si rinnova nelle virtù. Ma se sentiamo che il digiuno non è sufficiente per essere certi della salvezza, suppliamo al resto con opere di misericordia verso i poveri.

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