Il consumatore post-pandemico cercherà più prodotti “made in Friuli” (78%), sarà più sensibile ai prodotti “km 0″,, leggerà con cura le etichette, tenderà ad acquistare solo cose indispensabili e sarà più attento alla pulizia dei luoghi e delle persone. Emerge da uno studio dell’Università di UD (Scienze dell’alimentazione), secondo il quale le scelte di consumo al termine dell’epidemia saranno più attente e consapevoli. Anche più orientate di prima agli acquisti on-line. La percezione dell'”e-commerce” è cambiata nelle settimane successive alla chiusura della primavera dello scorso anno, in cui si è registrato un autentico “boom” di vendite alimentari in rete, con un aumento in regione pari al 99,9%, prima reputato rischioso per i pagamenti e per l’impossibilità di vedere dal vivo i prodotti. Oggi è giudicato il mezzo più sicuro.