Il momento della nascita costituiva l’apoteosi di tutta una serie di superstizioni legate al giorno del mese, all’ora, al tempo atmosferico. Ad ogni specifica coincidenza, si dava valenza per predire il futuro del nascituro. L’atmosfera nelle case era di grande attesa. I padri facevano il possibile per distrarsi e attendere la buona notizia, soprattutto la conferma della moglie sopravvissuta a grandi rischi, poi del bambino. La stanza adibita a sala-parto era stata preparata con cura, tutto era pulito e disinfettato con la varechina. In cucina bollivano le pentole di acqua calda ed erano a disposizione grandi quantità di salviette di tessuto sterilizzate. La levatrice aveva la facoltà di battezzare nel caso il bambino, secondo la sua valutazione, fosse stato in pericolo di vita e in paese pare ci siano stati più casi. Il parroco le dava la dispensa di impartire il sacramento del battesimo poiché, in caso di decesso del neonato, se battezzato, poteva essere sepolto nella tomba del cimitero. Senza battesimo, i bambini più sfortunati trovavano il riposo eterno in uno spazio attiguo al cimitero. Vista l’elevata mortalità infantile, tutti gli adulti o molto adulti di oggi, sono stati battezzati pochi giorni dopo la nascita, mentre le migliorate qualità della vita contemporanea hanno reso il battesimo non solo facoltativo, ma eseguibile anche mesi e mesi dopo la nascita.