Classe 1940, era una bambina di una dolcezza unica, sempre con il sorriso, sempre in compagnia della mamma. Era figlia di Mirco Birtig, il fratello più anziano della numerosa famiglia di Faustino, Bruno, Fiorello, Marcello, quindi cugina di Graziella, Renzo, Palmiro, Nives. Nacque nella casa di Ersilia, che era l’abitazione di famiglia. Gli anni erano molto duri, si stava avvicinando la II guerra mondiale con tutti i suoi disastri economici e umani. Ottavia si ammalò e le cure a Udine in quei tempi erano tutte a carico delle famiglie, costi che per molti erano insostenibili. Pur di curarsi, molti vendettero campi, mucche, cavalli. La bambina aveva compiuto da poco otto anni, quando il verdetto dei medici risultò raggelante: leucemia. Per non gravare economicamente sulla famiglia, considerato il male irreversibile, dimisero la bambina affidandola alle cure domiciliari. Non c’era più niente da fare. Con il passare del tempo le condizioni di salute della bambina peggiorarono di giorno in giorno. Proprio in quei giorni di grande speranza e di preghiere, transitò per Ponteacco la statua della Madonna del Rosario, che dal santuario di Gemona passava una volta all’anno di paese in paese in tutto il Friuli. Arrivata sul carro in piazza della Cappella, accompagnata dai bambini e dagli uomini, fu portata fino alla casa di Mirco. Nessuno dimenticò il viso malato di Ottavia, che con la sua candida manina e forse con le sue ultime forze, salutò la Madonna e sorrise ai presenti. Tutti chiesero alla Madonna la sua intercessione per salvare la piccola. Purtroppo morì due giorni dopo, tra le braccia della mamma. Ancor oggi c’è un fiore sulla sua tomba.