09.03.2021, Un mežnar molto devoto (2/2)

   Antonio Petrina conosceva a memoria tutte le orazioni, le preghiere e i passaggi della messa in latino. Non è cosa da poco perché le preghiere non erano ridotte all’osso come oggi, ma rispettavano il calendario liturgico che si suddivideva in preghiere per i nati, per i morti, messa della Settimana santa, delle Quattro tempora, di Natale, il rosario, le benedizioni delle case, delle stalle e dei campi. A questo si affiancava la sua gestualità di rispetto davvero fuori dal comune, nel senso che era un continuo inginocchiarsi e segni della croce. Antonio fu autorizzato dal parroco a distribuire la Comunione agli infermi e nelle visite ai malati aveva sempre una parola di conforto. Radunava alcuni chierichetti del paese, saliva le scale generalmente esterne dell’abitazione al suono della campanella, con tutti i “Pater noster” e “Dominus vobisque” che precedevano l’accesso nella camera. Questo piccolo corteo raggiungeva la persona bloccata a letto, o in convalescenza prolungata e anche la persona giunta alla fine della propria vita terrena. Quando arrivava Antonio con il suo seguito, si poteva guarire, ma anche morire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *