Non c’è animale che faccia più ribrezzo. Sono più sopportabili i serpenti delle pantegane. L’avversione verso questi roditori-parassiti è innata nell’Uomo proprio per la loro pericolosità e carica infettiva. La lotta con le pantegane si perde nella notte dei tempi e non è certamente vinta. Queste “bestie schifose” si sono rarefatte poiché non ci sono più pollai, conigliere e stalle, ma non sono certamente scomparse. Tali ambienti costituivano l’ideale per potersi nascondere, per moltiplicarsi a dismisura, per poter contare su una costante presenza di cibo fatto di farine, granaglie, pane vecchio, fieno, otròbi (crusca) che le rendevano sempre ben pasciute, rotondeggianti, decisamente spregevoli. Nella conigliera di Silverio, sotto le sue scale traballanti per accedere al piano superiore dove abitava con la famiglia, questi orribili ratti avevano fatto un bel nido, tra i conigli!: erano al caldo, di notte l’alimentazione non mancava, non disdegnavano di divorare un cucciolo di kunìn appena nato. Il paesano Giovanni, volendo coccolare un coniglietto appena nato, si beccò una bella morsicata alla falange superiore del dito indice, che gli causò un’infezione molto seria, con febbre e mano violacea …