Da qui, il modo in cui la società considera fenomeni come le molestie sessuali e lo “stalking” sono un esempio. A quante donne si imputa l’assurda accusa di aver incitato o provocato il violentatore! In tutti questi campi è azzardato chiedersi se le donne soffrano di un deficit di credibilità? Un pregiudizio ancora profondamente radicato. E pensare che qualche corrente di pensiero medica ancora oggi si chiede se davvero le donne provino del dolore durante il parto oppure si tratta di una reazione isterica a una situazione stressante e di necessità?. L’opinione medica si divide in due parti: ci sono donne che provano un grandissimo dolore, al limite della sopportazione, mentre altre dimostrano un alto livello di serenità durante tutto il travaglio. Ecco perché gli ostetrici mettono in discussione la reale presenza del dolore in alcune pazienti. Calibrando l’esperienza del parto sugli uomini, gli autori di questa ricerca hanno concluso che il parto è effettivamente doloroso. E le femministe rincarano: “il mio compagno non so se sarebbe in grado di sopportare degnamente e in silenzio anche i 3-4 giorni di dolori del ciclo mensile, ogni mese e per la vita intera”. Secondo i medici, la società sembra preoccuparsi molto di più del ruolo delle emozioni delle donne quando si parla di dolore. La disparità di genere nelle diagnosi pare sia documentata. Insomma, nel dolore c’è sempre una componente psicologica, distinta da una componente fisiologica, un doppio vincolo che può diventare insidioso. Sono impietosi i dati di una ricerca scientifica: a parità di sintomi tra due pazienti ipotetici di (lui) 48enne e (lei) 58enne con forti dolori al petto: l’uomo nell’81% dei casi era immediatamente avviato alla visita cardiologica, mentre a lei nel 17% dei casi era consigliata una visita dal cardiologo. I pregiodizi sulle donne hanno un retaggio religioso e la signora Pia, che ci scrive ogni tanto nella sezione “sms”, deve prenderne atto.