Pio e Mario si consultavano a vicenda. Si scambiavano informazioni ed esperienze al punto di essere esperti quanto un professionista. È successo che nei pascoli, oppure nel fieno, si celasse un pezzo di filestrìn (fil di ferro) e questo era un guaio per la mucca o il toro. Lo stomaco dell’animale si gonfiava enormemente, l’infezione procurava febbre altissima e grandi dolori. Davanti a questi casi era necessario intervenire in breve tempo, finchè il bovino stava sulle proprie zampe. Entrava in azione Pio con una specie di punteruolo che infilava con un colpo secco in un preciso punto del ventre della mucca, senza ledere organi vitali. In più casi è è sentito un autentico fischio causato dalla fuoriuscita del gas, come un palloncino gonfiato e lasciato libero. Era la salvezza della mucca e l’aria era irrespirabile a causa dei miasmi dell’infezione. Un giorno Gino Bazavòn, alla cui mucca successe la stessa cosa, disse: «Nardìn sam! -Faccio da solo». Purtroppo si confuse e colpì con il punteruorolo il lato opposto del ventre della mucca, la quale tra dolori indescrivibili, fu caricata sul carro e portata a San Pietro, di fronte al Belvedere, ora casa Menichini, dove c’era un macello.