Subito dopo la II Guerra mondiale il nostro paesano Giuseppe Tuzzi (Bepic) creò una società, con un certo signor Bepo, che si occupava di lavaggio delle ghiaie del Natisone. La sede operativa di questa ditta, piccolina ma efficiente, era all’altezza della fornace di Stupizza, dov’era prodotta la calce, a destra della statale e dove c’era un’area adibita allo stoccaggio di ghiaia e sabbia estratte dal Natisone di fronte, a sinistra. Ancor oggi il piazzale verso il fiume, dove depositavano il materiale estratto, è un’area-sosta per campeggiatori. La ditta non produceva numeri industriali, ma quantità piuttosto rilevanti che oltre all’aspetto commerciale, contribuivano a compensare l’apporto ghiaioso del fiume. Un po’ più a valle, Fiorello Birtig aveva creato un secondo impianto di lavaggio e la sabbia o ghiaia prodotte hanno contribuito alla costruzione di tantissime case, specie nel boom edilizio degli anni ’60. C’erano ben 24 roste che sbarravano a varie altezze il corso del Natisone. Il fiume era governato dalla saggezza della popolazione, persone che conoscevano benissimo il corso d’acqua, che sapevano intervenire al momento giusto …