Il pane era un nutrimento più raro per le nostre famiglie. Si cucinava in casa ed era solitamente di colore scuro, ricco di fibre e che si distingueva dal pane bianco prodotto e venduto in panetteria. I dolci erano carenti, legati solo alle principali feste religiose: la gubànza, la fujàza, le colombe dolci per Pasqua. Nel dopoguerra sono arrivate le sòpe, qualche mamma di buona volontà riusciva a cucinare molto raramente lo strudel di mele. La cucina popolare del fondovalle era rapportata a quella delle grandi famiglie dei contadini, si “rubavano” ricette con ingredienti indubbiamente migliorativi. Questa è una storia, purtroppo, di sapori perduti nel corso degli anni a causa della globalizzazione del palato. Anche quando sono riproposti come cucina tipica (“Invito a pranzo nelle Valli”), non troviamo più i sapori originali poiché tutto è adattato ai nostri gusti contemporanei.