La purcinka è il simbolo dell’autunno. Un tempo la castagna era il cibo dei poveri e permetteva a chi viveva in montagna di sopravvivere. La raccolta dei ricci e il recupero delle castagne ancora oggi è ricordata come un momento di festa per tutto il paese. Davanti alle lobie si sparpagliavano sbrinzie di ricci che successivamente erano passati a setaccio separando la castagna dal suo involucro spinoso. Da un lato lo spopolamento della montagna, dall’altro i 25 anni di danni causati da un parassita, ora quasi debellato, avevano messo in ginocchio la produzione delle castagne. Ecco che è il momento opportuno per rivalutare questo prezioso frutto, penultimo dell’anno prima del caco. Merita un futuro dare il valore a una coltivazione come quella della castagna. Non è giusto ricordarsi di questo nobile albero, che è una delle immagini delle Valli, solo quando si rimane stupiti nel vedere dai turisti le dimensioni e l’età del grande castagno di Pegliano. La castagna è anche ingrediente della nuova cucina. Si spazia dalle marmellate ai dolci e dalle minestre ad altri primi. Tutto ci dice che questo frutto merita molta più attenzione.