Gusti contemporanei perché, ad esempio, prendiamo la polenta da farina di mais: non è più la stessa di mezzo secolo fa, non c’è più lo stesso fuoco per cuocerla e nessuna cuoca perderebbe 45 minuti per mescolarla e rimescolarla con il pulentàr. Non si allevano più i maiali e i suinetti non sono più gli stessi perché i loro alimenti non sono quelli di ieri. È difficile trovare le erbe spontanee e, facendo l’esempio dello sclopìt, ora è necessario seminarlo, mentre un tempo era un’erba spontanea. Sono una rarità i “camei”, germogli che assomigliano agli asparagi colti da pochissime persone, come Enzo e Savina e nessun altro. Senza dubbio, la perdita di questi sapori autentici ha impoverito una parte importante della cultura del nostro territorio, poiché se è vero che siamo ciò che mangiamo, abbiamo purtroppo perso una parte della nostra identità.