Il culto di questo santo si diffuse in tutta Europa dai benedettini durante il Medioevo e trovò grande fortuna proprio per la sua strategica collocazione al 14 febbraio, quando la natura inizia a risvegliarsi sotto i raggi sempre più tiepidi del sole alzatosi ormai di molto sulla linea dell’orizzonte. In alcuni Paesi d’EU si diceva che in questo periodo dell’anno gli uccelli cominciavano ad accoppiarsi e che “ogni Valentino sceglie la sua Valentina”; da allora il martire divenne a pieno titolo il “patrono degli innamorati”, titolo universalmente riconosciuto e ancor oggi di inesaurita fortuna. Divenne protettore contro le crisi epilettiche ed in generale le malattie psichiche. In FVG c’era l’usanza di benedire un panetto dalla forma attorcigliata a “8” (kolač) distribuito poi ai fedeli nell’ambito del ripetuto messaggio simbolico del pane, trasmettitore di vita. Tutto conferma l’importanza calendariale della festa di San Valentino, riconosciuta soglie e confine stagionale. Ad Azzida erano benedette anche chiavette un tempo di stagno e lunghe candele sottili. Le prime si appendevano al collo e premute per qualche istante sulla fronte del bisognoso, mentre le candele erano accese durante le crisi di epilessia di qualche persona. Oggi la ricorrenza di san Valentino è anche una festa consumistica, soprattutto per gioiellieri, ristoratori, negozi di regalistica. Auguriamo una splendida festa agli innamorati, il sentimento nobile che lega tutte le persone. Stasera appuntamento ad Azzida.