Un tempo i friulani erano considerati i più assidui bestemmiatori. “Sporkinàt” era l’intercalare di tutti, uomini, donne e giovani. L’incontro tra due persone spesso era anticipato da una rispettiva bestemmia per la sorpresa nel vedersi, i bar, le osterie, le gare all’aperto offrivano un ventaglio variopinto e fantasioso dell’arte del moccolo. Pare che nelle Valli ci fosse anche un sacerdote incline alla bestemmia durante la partita a carte nelle locande della sua parrocchia. Le cose sono cambiate e questo primato lo abbiamo ceduto probabilmente ai toscani. Se è vero che il primato non c’è più, ciò non significa che l’abitudine sia stata sradicata! Basta ascoltare per caso Radio Maria (inclusi i suoi “laudatores”), che molti sono stimolati nel tirar giù un porco. Le bestemmie sembrano galleggiare a proprio agio nel corso di tutta l’attività della giornata e coinvolge sempre di più i giovani e le giovani, con bestemmie innovative, se andiamo a vedere anche “divertenti” e che creano una pericolosa dipendenza. Come migliorare? Come estirpare la brutta abitudine? Utilizzando affermazioni eufemistiche, tipo “zio”, “madama”, oppure navigando nell’oceano della fantasia così come insegnano dagli anni ’80 Elio e le Storie Tese con i loro: “ortobio, pornodivo, bioparco”, insomma trovare ogni sistema possibile per sottrarre la nostra anima alla depravata corruzione del Maligno.